San Lorenzo e Santa Chiara, quando le fiere animavano l’intera città

Nel racconto di Bressi le tradizioni che rendevano viva Catanzaro anche d’estate

Più informazioni su


    Una volta si attendevano con ansia, oggi sono passate di moda, perché le tradizionali fiere cittadine di un tempo, dove si facevano dei veri e propri affari e dove si trovava un po’ di tutto, sono state superate dai numerosi negozi e centri commerciali, motori del commercio contemporaneo. Cambiano i tempi e le usanze, e le tradizioni a volte ne risentono, ma molti eventi del passato si ricordano con nostalgia. Come le fiere che a Catanzaro hanno rappresentato per lungo tempo un momento di condivisione, un’occasione per incontrarsi, un diversivo per i cittadini che vi partecipavano numerosi. “Revijjhiati peda ca jamu a la fera”, si usava dire , come racconta Silvestro Bressi nel suo libro“Venditori ambulanti sui tre colli. Fiere, mercati, voci e personaggi di Catanzaro”: “Ovviamente andava alla fiera chi aveva soldi in tasca. Chi era spasulatu e sincero soleva dire: “‘A la fera ‘on potti jìra ca ‘on avìa mancu na lira!”” Detti delpassato ormai superati che fanno parte della storia del capoluogodove un tempo le fiere avevano un grande ruolo commerciale: “La fiera per i nostri avi, con la sua aria festosa, rappresentava un momento di svago – dice Bressi – Era occasione di incontro e di confronto tra pastori, allevatori di bestiame, artigiani, mercanti e acquirenti. I mercanti erano visti come figure importanti, per via dei contatti che mantenevano con un mondo ai più sconosciuto – prosegue – in tempi in cui non c’erano strade e i costi dei viaggi erano elevati, le fiere rappresentavano una non trascurabile necessità della vita sociale.” . E proprio in questo periodo, a ridosso della settimana di Ferragosto, a Catanzaro si svolgevano due grandi fiere, quella di Santa Chiara e quella di San Lorenzo. La prima era conosciuta come fiera della seta, perché lì si poteva andare alla ricerca di questo pregiato tessuto e, come scrive Bressi, fu concessa da Alfonso d’Aragona nel 1426: “Durava nove giorni a partire dal 12 agosto – si legge – prendeva il nome da largo Santa Chiara dove si svolgeva, nei pressi dell’attuale Villa Margherita, utilizzando un intero piano del monastero della Grecìa.” Alla fiera partecipano non solo commercianti provenienti da varie città d’Italia, ma anche commercianti turchi, spagnoli, olandesi, francesi che volevano acquistare i tessuti prodotti a Catanzaro. La fiera di San Lorenzo concessa nella seconda metà del 500’ era considerata molto importante e si teneva prima a Gagliano nella zona denominata Babbo, poi alle porte della città. La fiera di San Lorenzo, così come molte altre fiere cittadine, è stata una fiera molto partecipata e come si nota nella foto a corredo dell’articolo, proveniente dall’archivio di Rino Rubino, si estendeva su una superficie ampia dove i cittadini potevano fare numerosi affari perché quello che era messo in vendita dai commercianti ambulanti difficilmente poteva essere trovato nelle rivendite cittadine. Le fiere a Catanzaro e nei suoi quartieri hanno accompagnato molte feste dedicate ai Santi fino ai primi anni 80’ del 900’, poi lo sviluppo economico della città grazie ai suoiimprenditori nel settore del commercio ha messo da parte questi eventi, oggi ridotti al minimo e a volte quasi del tutto assenti, ma che comunque vale la pena ricordare perché parte integrante della vita dei catanzaresi.

    Maria Teresa Rotundo

    Più informazioni su