Furti ad attività commerciali, Confcommercio: ‘Preoccupazione’

Il presidente Falbo: 'Disponibilità a prestare ascolto e sostegno agli esercenti' 

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    ‘Gli atti criminali perpetrati a danno di due esercizi commerciali ubicati in Catanzaro Lido -la Parafarmacia gestita dal dottor Pio Rizzo, e il Bar Centrale gestito dalla famiglia Nicotera- ci rammaricano e nel contempo ci indignano, poiché rimettono al centro della preoccupazione della società civile certi atti di violenza e di sopraffazione che noi vorremmo fossero allontanati dal nostro territorio’. Lo afferma Pietro Falbo, presidente Confcommercio Calabria Centrale Catanzaro.

    ‘La cosa ancor più grave  – prosegue il presidente Falbo – è che, nella fattispecie, il Bar Centrale è un presidio di legalità, in quanto è un pubblico esercizio aperto fino a tarda notte, rappresentando quindi con le sue luci, un pezzo di buio sottratto al territorio. Fatto da non sottovalutare è che l’atto criminoso va a colpire un punto di riferimento importante dell’associazionismo; Marco Nicotera è infatti uno dei dirigenti della nostra associazione e suo padre, a sua volta, è stato vice presidente vicario di Confcommercio. Alla luce di tale appartenenza, l’atto perpetrato a danno della loro attività è ancor più grave, un vero e proprio attacco diretto al sistema di civiltà democratica, che Confcommercio rappresenta. Confcommercio ribadisce la sua profonda preoccupazione per tali eventi criminosi ed esprime piena solidarietà nei confronti degli esercenti che in questo momento hanno subito tali ignobili violenze e sopraffazioni, stigmatizzandole come elemento di inutile e gratuita discordia cittadina.

    È per questa ragione che Confcommercio invita gli stessi esercenti a denunciare alle forze dell’ordine prioritariamente e senza alcun indugio, remora o perplessità, i reati di cui rimangono vittime, e manifesta come sempre, dal suo canto, la completa disponibilità a prestare accoglienza, attenzione e ascolto, presso la sua sede, in aiuto e a sostegno degli esercenti che decidono di intraprendere l’apprezzabile cammino della legalità, o per qualsivoglia azione che essi intendano adottare in difesa delle loro attività e del sistema economico-sociale a cui fanno capo’. 

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