Sequestri Aranceto, forze dell’Ordine presidiano. Enti che fanno?

Degli intenti di bonifica e riqualificazione dei quartieri di qualche mese fa da parte delle istituzioni, ancora nessun segnale concreto 


Di Giulia Zampina 

Che sia quartiere Aranceto o Corvo. Che si tratti di Viale Isonzo o via Teano fa poca differenza. Nella calura agostana il problema non solo di ripete ma si evidenzia con le sole operazioni di Polizia. È nel degrado, nell’abbandono, nella mancata decisione istituzionale sul destino di quei quartieri che la malavita ha gioco facile nel delinquere e nascondere proventi, profitti, o mezzi utilizzati, in immobili abbandonati, mai riqualificati o abbattuti. Nella vegetazione folta mai ripulita.

Il sequestro di armi e droga effettuato dagli uomini che sul territorio hanno operato agli ordini del vicequestore Giacomo Cimarrusti, nei servizi predisposti dalla questura di Catanzaro guidata da Amalia Di Ruocco, conferma ciò che oramai è una verità storicizzata. Gli enti che dovrebbero riqualificare quelle zone, sono assenti dalle politiche di contrasto alla delinquenza del capoluogo. Parlare di complicità diventa una voluta provocazione per descrivere una situazione oramai al limite.

Finché ci sarà un immobile abbandonato, una vegetazione fitta e incolta, è evidente che si offrirà alla delinquenza un comodo nascondiglio per il proprio malaffare. La discussione tra gli enti preposti si è fermata ai comunicati stampa di fine inverno. E intanto ancora una volta solo le forze dell’ordine hanno dato risposta al territorio, pur non essendo preposti al governo o alla programmazione del futuro dello stesso.