Una Catanzaro a Venezia e la telefonata in arrivo da Catànzaro

A proposito, Bob Dylan come pronuncia Catanzaro?

Più informazioni su


    di Lello Nisticò

    Ammettiamolo. La città denominata Catanzaro c’entra poco. O nulla. Il titolo si giustifica con l’esistenza, e la regattanza, della vogatrice che fa Romina di nome e Catanzaro di cognome. Una semplice coincidenza, una pura curiosità neanche troppo strana. Il cognome Catanzaro è testato nell’onomastica, che è proprio la disciplina che studia i cognomi. Ci torneremo. Prima però occorre accennare a Romina Catanzaro, che farà coppia con Elena Almansi (foto) nella regata storica di Venezia, che si corre nel Canal Grande il primo settembre come da tradizione. La data è variabile, nel senso che la regata si svolge la prima domenica di settembre, dall’anno Mille in poi. L’edizione odierna di Repubblica ci informa, a pagina 27, che le due sono in prima linea per rivendicare parità di trattamento economico rispetto ai vogatori maschi. Non si comprende infatti perché il premio per il vincitore maschio nella categoria “gondolini” è di 1.995 euro. Nella stessa categoria riservata alle donne su “mascareta” il premio è di 976 euro. Quanto prende l’ultimo classificato nella categoria maschi. Elena e Romina non ci stanno e sono in prima fila per rivendicare uguaglianza di trattamento. Per principio, naturalmente. La questione è nata a seguito dei successi, in campo e fuori, della nazionale femminile di calcio, e pian piano sta allargandosi a tutte le discipline. Quando, a dire il vero, una differenza di trattamento economico si riscontra in tutte le categorie lavorative, a dispetto dei principi fondamentali della Costituzione. Per tornare al cognome, Romina fa parte di una delle 1084 famiglie che in Italia si chiamano Catanzaro. È un toponimo diffuso in tutto il Paese, soprattutto in Sicilia (più di 500 famiglie), seguita da Puglia e Calabria (intorno alle 120). I dati risalgono a qualche anno fa, ma servono come orientamento. Nel Veneto le famiglie Catanzaro sono una quindicina. Ora, la coppia Almansi-Catanzaro è una delle più quotate per la vittoria nella categoria. Romina, da quanto si apprende, è una veterana, gareggia da diversi anni, sempre con buoni piazzamenti. La prossima sarà la sua ventiduesima Regata sul Canal Grande. Insomma di Romina si parla spesso e volentieri tra campielli e calli. La cosa ci fa personalmente piacere. Sperando che l’accento tonico cada sulle penultima. Perché, eravamo a metà anni Settanta, a chi era studente universitario a Padova capitava di andare ai Servizi telefonici di Stato per ricevere la telefonata da casa, o dalla fidanzata. A pensarci adesso sembra una cosa dell’altro mondo. Ma allora, a parte il fatto che i cellulari non esistevano e nessuno di sana mente ne avrebbe potuto prevedere la diffusione odierna, il telefono fisso in un appartamento di studenti era una rarità, e un lusso. La trafila era la seguente: la mattina bussava il postino, recapitava un telegramma. In stile telegrafico si comunicava l’ora e il giorno dell’appuntamento telefonico all’azienda telefonica di Stato, in centro. Non era neanche la Sip, mi pare si chiamasse Asst. A Catanzaro occupava lo stabile in via Buccarelli dove di recente ha operato l’assessorato regionale alla Sanità prima del trasferimento alla Cittadella. Giunti puntuali ai telefoni, un’ampia sala d’attesa accoglieva gli utenti. Le cabine telefoniche erano numerose, tutte occupate. Se la memoria non falla era consentito anche fumare. Nebbia interna sostituiva degnamente la nebbia delle strade padovane. All’ora stabilita, minuto più minuto meno, l’operatrice con cuffia e microfono annunciava en plein air: “Il signor Nistico (senza accento, figuriamoci) in cabina 11. Telefonata in arrivo da Catànzaro”. Accento tonico sulla terzultima. Un Catanzaro sdrucciolo non si può sentire. Inaudito. Eppure era così, nei Settanta. Oggi non ci si crede. A proposito, Bob Dylan come pronuncia Catanzaro?

    Più informazioni su