La famiglia al Ceravolo per tifare Catanzaro, regola di nonno Graziano

Sono circa trenta persone, sono la famiglia Crispino e hanno una storia da raccontare 

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    Fratelli, nipoti, cognati , figli, cugini. Sono tutto, sono un’intera famiglia. E sono tanti, infinitamente belli nell’animo e fantastici da vedere. Se riuscite a contarli nella foto fatelo pure, ma sono talmente tanti che rischiereste di perdere il conto tra una testolina e un’altra. E sono circa trenta: parente più, parente meno. Per loro il ritornello di Jovanotti “l’inizio di una nuova era” non conta e non conterà mai, perchè per loro è semplicemente il proseguimento ininterrotto di una tradizione che dura quanto un’ era di tre generazioni ed è destinata a non conoscere la fine. Sono la famiglia Crispino e tiferanno sempre il Catanzaro. Ieri, oggi, domani, sempre. Lo tiferebbero anche se dovessero vivere in un universo parallelo o se tra 300 anni ci dovesse essere il campionato incrociato tra terresti ed extraterrestri. eE’ una dote lasciata in custodia, un valore da non disperdere, una fede da rispettare e onorare. Guardate questa foto, guardate quanto sono belli. Papà, mamme, figli, nipoti, nonnini ultranovantenni e bimbi piccolini che riescono ad urlare a malapena il nome dei giallorossi con qualche errore sulle consonanti. Uno spettacolo, un’emozione. Signori, è tutto vero: domenica scorsa alla prima di campionato dei ragazzi di Auteri, la famiglia Crispino si è presentata con 30 persone al seguito per amare ancora il Catanzaro.

    In foto c’è un congiunto e basta, per il resto sono tutti discendenti di nonno Graziano che ha insegnato ai suoi dieci figli, ripetiamo dieci, di andare allo stadio ogni domenica. Non vorremmo essere blasfemi, ma nonno Graziano ha messo un comandamento chiaro in casa quando era in vita: ricordati di santificare le feste, dove per festa si intende “tutti allo stadio per amare il Catanzaro”. Così, quell’insegnamento e quell’amore tramandato alla famiglia è rimasto come un esempio da seguire e le domeniche di casa Crispino sono sempre un gran cenone di Natale: si mangia e poi si raggiunge il Ceravolo. Roba da brividi, da pelle d’oca. La moglie di nonno Graziano si chiama Rosina e domani compirà 98 anni , vive ancora nella passione di quei due colori e di quel valore che insieme al suo uomo ha donato ai suoi 10 figli. “Andate allo stadio, tutti insieme”, dice ogni domenica alla sua prole. In realtà non c’è bisogno perchè la fede è nel dna e nessuno dei Crispino penserebbe mai di disertare il tempio. Lei non ci va più, ma c’è zia Caterina a fare da madre regina fuori dai cancelli dell’ex militare: ascoltate, ha 82 anni. Applausi scroscianti, signori miei. Il più piccolo è Antonio, 4 anni e già consapevole che farà una vita in giallorosso. Così, con questa immagine e questa bellissima storia, raccontiamo l’aspetto più importante della prima giornata di campionato del Catanzaro 2019/20: le famiglie sono tornate allo stadio. La dinastia dei Crispino, diciamo così, non è mai mancata e mai lo farà perchè nonno Graziano è stato chiaro per tutta la sua vita. Ma è altrettanto vero che domenica si sono viste tante famiglie, tanti papà con i loro bambini.

    La vera vittoria è che i giallorossi son ritornati ad essere un momento di aggregazione e di unione; di passione comune e senso di appartenenza. E allora va benissimo così, allora è bellissimo così. Ci sono tante nuove famiglie Crispino e il loro Natale è ogni due domeniche. Jovanotti non lo cantano, ma Luca Carboni si: “o è Natale tutti i giorni o non è natale mai”. Da queste parti va bene anche una volta a settimana, ci accontentiamo. Viva i Crispino con una sciarpa al collo e i sentimenti di nonno Graziano nel cuore. Nonna Rosina li aspetta a casa, domani si spengono 98 candeline rigorosamente giallorosse. Date una targa a questa gente, grazie.

    Gianluigi Mardente 

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