‘Il giudizio di Hassan’, premiata l’opera del catanzarese Cannistrà

Terzo posto della sezione Arti visive alla quarta edizione del Premio nazionale Giovanni Bovio per l'artista di Fossato Serralta 

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    Lo ha colpito lo sguardo di una bambina siriana visto a un tg. Quello sguardo Leonardo Cannistrà lo ha riportato su tela dando vita all’opera “Il giudizio di Hassan” che gli ha permesso di aggiudicarsi il terzo posto della sezione Arti visive alla quarta edizione del Premio nazionale Giovanni Bovio organizzato dall’Associazione culturale Progetto Bovio di Trani. La manifestazione, nata con l’obiettivo di promuovere la figura dell’intellettuale tranese, promuove ogni anno un concorso suddiviso in varie sezioni – ci sono anche narrativa, poesia e saggistica -, con relative commissioni giudicatrici. Così la giuria per le Arti visive, composta dagli artisti Luigi Basile, Giuseppe Di Canosa e Mario Colonna, ha deciso di assegnare il terzo posto tra le opere pervenute , a quella del giovane artista di Fossato Serralta. Impegnato in altre iniziative artistiche, Cannistrà non ha potuto ritirare personalmente la targa alla cerimonia di premiazione che si è tenuta domenica scorsa, ma non ha nascosto la sorpresa di fronte all’importante premio: «E’ stato inaspettato – ha detto -. Non è mai scontato vincere, quando si partecipa ai concorsi, e il Bovio non è proprio da sottovalutare».

    Eppure per lui non si tratta di un riconoscimento isolato: proveniente dall’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro – con due specialistiche, una in Pittura e una in Scultura -, Leonardo Cannistrà è attivissimo con personali e collettive in tutta Italia e anche all’estero, e tanti sono i premi che ha ottenuto finora, oltre alle numerose pubblicazioni realizzate.

    «Mi occupo, come tematica, della precarietà contemporanea della vita nei suoi diversi aspetti – ha raccontato -. Prediligo soggetti anziani proprio per questo. Ultimamente mi sto concentrando su un bianco e nero molto materico, e ho spostato l’attenzione su altri soggetti». Nel caso de “Il giudizio di Hassan” si tratta di due bambini siriani: nel quadro su un primo piano c’è il volto di un bambino, nel secondo quello di una bambina che guarda lo spettatore. «Mi ha colpito lo sguardo di questa bambina – ha raccontato -, ho cercato e recuperato il frame del servizio giornalistico che stavo seguendo», e da lì con tecnica mista, acrilico, ma anche carbone, bitume e paraffina, su tela – «Lottano un po’ fra loro sulla stessa superficie, dando forma a queste figure» -, Il giudizio di Hassan ha preso corpo.

    Soddisfatto per il riscontro avuto, Leonardo Cannistrà, però, non si ferma neanche un attimo, è sempre in giro: partirà presto per Cagliari, tra fine ottobre e i primi giorni di novembre, sta partecipando ad alcune mostre, ed è stato fra i selezionati al Museo del presente di Rende per l’esposizione “Geni comuni”.

    «Sto preparando del materiale per una nuova personale – ha anticipato -, che per certo si terrà in Calabria, sto solo valutando le sedi a disposizione». Sì perché il giovane artista non dimentica le sue radici, anzi: ad agosto ha donato alla “sua” Fossato un murales dedicato a Fabrizio De André, nell’ultima giornata del Savuci in Festival che ha visto l’intitolazione di una via alla memoria del cantautore genovese.

    Carmen Loiacono

     

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