Precari Pugliese cercano sponde istituzionali. Strada in salita

Questa mattina la protesta. Ci vorrebbe un emendamento alla norma che ovviasse al limite massimo dei 48 mesi di assunzione temporanea e lo scorrimento parallelo delle graduatorie

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    Cercano sponde istituzionali i precari dell’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, circa 200 unità sulla via inclinata della disoccupazione. Diversi di essi, i primi 18 raggiunti dalle lettere di licenziamento dell’Azienda ospedaliera, già ex lavoratori. Questa mattina hanno inscenato un sit in di protesta e di testimonianza nella piazza centrale del capoluogo di regione. Prima davanti la Prefettura, sede degli Uffici territoriali del Governo, poi davanti al Palazzo di vetro, sede dell’Amministrazione provinciale dove side pro tempore, in qualità di presidente, il sindaco. Hanno gridato, slogan, innalzato striscioni, suonato trombe, fatto rumore, parlato con chi, non tanti per dire il vero, si è interessato a loro. Dopo i tanti giorni e qualche notte trascorsi nel piazzale della Cittadella per cercare udienza e spiegare ragioni al commissario Cotticelli, al presidente Oliverio e al dg Belcastro,  i precari – riduttivo chiamarli così: sono operatori socio sanitari, medici, infermieri, ostetriche – hanno portato la loro rabbia nel centro città. Accanto a loro i vessilli dell’Unione sindacale di base. Hanno chiesto di essere ricevuti dal prefetto Ferrandino, sono stati ricevuti dal vice prefetto, come sempre più spesso accade in queste situazioni.

    A loro è stato assicurato la massima attenzione e la sollecita trasmissione delle istanze a livello governativo, previa consegna di un documento scritto. Tutto prevedibile, come avevano d’altra parte anticipato i sindacati confederali. I duecento sono parte emergente di un bacino molto numeroso. Tanto per dire, ci sono 80 colleghi dell’Ospedale di Cosenza che stanno vivendo le stesse vicissitudini. Ma è tutto il comparto della sanità a essere in subbuglio, anzi, per dirla con un trend verbale, è nella confusione più totale. A cui non ha certo messo un freno la rapida sortita romana del commissario Cotticelli e del dg Belcastro, saliti per trovare conforto presso i tecnici del ministero ma capitati nel posto giusto al momento sbagliato, ovvero al ministero della Sanità in piena transizione governativa. Molti, non solo a Catanzaro, confidano nel neo titolare Roberto Speranza, le cui prime intenzioni, di rendere effettivo in tutto il territorio nazionale il diritto alla salute, sembrano andare nella direzione sperata da chi considera che, prima delle strutture e prima della governance, è necessario assicurare una congrua copertura delle piante organiche in tutti i presìdi della regione. Maggiore udienza i precari hanno ricevuto dal sindaco che era già intervenuto nei giorni scorsi in loro sostegno.

    A detta degli stessi interlocutori, Sergio Abramo si è subito attivato per richiedere un tavolo tecnico, con le quattro sigle sindacali, con il manager facente funzioni del Pugliese, il commissario Cotticelli e il dg Belcastro. Per fare cosa, lo dice una delle ostetriche che ha ricevuto al momento solo il preavviso: «Il tavolo dovrebbe essere propedeutico a un incontro romano con il ministro, per intervenire sul sistema sanitario calabrese, perché il problema non sta nell’Azienda Pugliese Ciaccio, ma riguarda tutto il sistema sanitario regionale. Per quanto riguarda noi, qui ci sono i licenziati e quelli in attesa. Quelli licenziati a ottobre hanno ricevuto il preavviso, contrariamente ai primi cui non è stata riservata neanche questa accortezza. Nessuno di noi era a conoscenza dell’imminenza dei provvedimenti. L’ultimo contratto ci è stato prorogato a giugno, una proroga di sei mesi. Si sperava con questo di poter raggiungere il minimo necessario a rientrare in un decreto che stabilizzasse tutti». Invece non è stato così. Anche perché nel viale delle aspettative di lavoro premono gli idonei vincitori di concorso anche loro nei giorni scorsi a protestare alla Cittadella. Ci vorrebbe un emendamento alla norma che ovviasse al limite massimo dei 48 mesi di assunzione temporanea e lo scorrimento parallelo delle graduatorie. Allo stato, sembra una strada molto in salita.

    EllennE

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