‘Ci vediamo da Stillo’, Furriolo: ‘La fine di una storia di bellezza’

L'ex sindaco ricorda le caratteristiche e il percorso di un'attività di spiccata tradizione catanzarese

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    Riceviamo e pubblichiamo a seguire il commento di Marcello Furriolo sulla chiusura dello storico ristorante Stillo

    “ Ci vediamo da Stillo “. Non solo un appuntamento, ma un invito al quale nessun catanzarese avrebbe avuto il coraggio di opporre sia pure un gentile rifiuto. Per circa 60 anni i fratelli Stillo sono stati sinonimo di buona cucina e cordiale accoglienza in una location elegante. Una garanzia. Un successo assicurato per chiunque avesse avuto voglia di festeggiare una ricorrenza, una cena di lavoro, un incontro tra amici, il primo appuntamento con una persona su cui fare colpo. Un biglietto da visita da offrire ai forestieri alla richiesta immancabile e imbarazzante “Dove si può mangiare bene a Catanzaro?” con la certezza matematica di fare buona figura e di offrire della città un’immagine non provinciale. Perché cenare da Stillo, in collina “Alla brace”, poi giù nel cuore di Lido o sul terrazzo del “Sunrise” tra mare e cielo stellato era una esperienza da vivere almeno una volta e quasi uno status symbol. Anche per i supercritici, adepti della nouvelle cousine, della cucina fusion o delle cucine orientali, alla ricerca delle più esasperate stravaganze

    . La forza e l’intelligenza di Mimmo è stata proprio quella di non snaturarsi mai, anche quando le mode, come i gusti cambiavano con la volatilità dell’aria. Il cocktail di gamberi o la tarantina o la spigola al sale di Mimmo hanno attraversato il gusto e i palati più raffinati per decenni, senza fumisterie o manomissioni artificiose. Non ne aveva bisogno, forte della sua professionalità e dell’etica del lavoro per cui si è sempre contraddistinto, anche nei momenti più difficili. Ho avuto il privilegio della sua stima e amicizia e raccogliere le amarezze, ma anche la determinazione e l’incrollabile fiducia in se stesso, nei momenti drammatici dell’incendio del primo “Sunrise”. Solo un grande uomo e un professionista eccellente avrebbe potuto raccogliere e rilanciare la sfida della ricostruzione, più bello di prima, del suo gioiello e della ragione della sua esistenza.

    In quella circostanza, anzichè piangere o scagliarsi contro tutto e contro tutti ebbe a dire:”Continueremo più forti di prima a portare avanti il nostro lavoro a servizio della città e dei nostri meravigliosi amici affezionati clienti”. Da domani, quello che sembrava impossibile diventa una melanconica realtà. Catanzaro perde un punto di riferimento della sua geografia umana, sociale, economica, produttiva, civile e culturale. Perché la ristorazione interpretata da Mimmo è stata tutto questo. Non solo un’impresa di servizio, ma un pezzo di città. Come il lungomare, Bellavista, il cavatore, villa Trieste, il parco, i vicoli e il vento. La città ha perso nel tempo i pezzi più pregiati della sua storia e della sua identità. La Strettoia di Corso Mazzini, Palazzo Serravalle, l’Albergo Moderno, il Centrale, Il Circolo Unione, il Masciari, la vecchia Stazione di Sala…‘U Ciaciu. Oggi il ristorante di Mimmo Stillo. Luoghi e figure dell’anima di una città che ha smarrito il fil rouge con una storia fatta di orgoglio e di bellezza. Come la storia di Mimmo Stillo. Che si dischiude ad una nuova avventura con i suoi cari. 

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