‘Io, dal Marocco a Catanzaro, volontario nella lotta al cancro’

La storia di Norireddine. L’integrazione nella comunità catanzarese. La perdita della moglie per un tumore. L’impegno attivo nell’Associazione calabrese malati oncologici verso chi ha sofferto come lui

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     di Laura Cimino

    Un viaggio nel lontano 1990. Dal Marocco a Torino fino a Catanzaro. Il  lavoro, la perdita della moglie a causa del cancro. Lui stesso che, per gratitudine e scambio per le cure ricevute diviene uno dei più attivi e impegnati volontari nella lotta contro la malattia a Catanzaro. Da sempre integrato nella comunità catanzarese, lavoratore vero, di quelli che riposano poco. Si chiama Norireddine. 

    Questa è una storia d’amore, di dolore, di disperazione, di morte. E poi ancora d’amore. Perché .‘E’ passato quasi un anno dalla morte di Saida – racconta Norireddine – e il supporto morale non è mai cessato. I contatti con l’Acmo (Associazione calabrese malati oncologici) sono rimasti aperti per tutto il tempo di questo doloroso cammino. La loro forza e la loro passione è stata talmente toccante fino al punto di far nascere in me la voglia di fa parte della loro famiglia e aiutare anche io in prima persona i malati oncologici che sono in difficoltà e far capire loro che non sono e non saranno mai soli perché la loro forza risiede nelle mani delle persone che sono loro intorno’. 

    E così Norirreddine, che oggi ha cinquantasette racconta la sua vita. ‘Vengo dal Marocco. Sono arrivato in Italia ormai diversi anni fa, esattamente nel 1990. Avevo solo 27 anni mentre ora ne ho 57.
     Sono stato a Torino e poco dopo mi sono trasferito in Calabria dove ho deciso di stabilirmi perché subito innamorato della natura di questa regione. Piano piano e con il passare degli anni mi sono integrato nella comunità calabrese e si è creato un buon rapporto di amicizia e di fiducia con moltissime persone. Dopo diversi anni è arrivata in Italia e nella mia vita Saida, una persona solare, intelligente, in gamba, è riuscita a dare un senso alla mia vita e ha posto fine alla mia solitudine rendendomi una persona finalmente felice.
    Ci siamo sposati dopo poco tempo all’Ambasciata marocchina a Roma e abbiamo deciso di vivere prima a Squillace, dove entrambi abbiamo conosciuto persone speciali che ci hanno aiutato moltissimo e dopo a Lido, per avere sempre vicino il mare’. 
    Una famiglia come tante, Saida e Norireddine. La voglia di una vita migliore che si sta costruendo giorno dopo giorno. ‘Lavoravamo instancabilmente tutti e due. La nostra vita era discretamente stabile. Avevamo tanti progetti, sogni per il futuro, la voglia immensa di ingrandire la nostra famiglia e vivere una vita serena e tranquilla’.
    Una felicità a un certo punto interrotta. Purtroppo, come un fulmine a ciel sereno arrivata la malattia di Saida. Il referto non lascia dubbi, è un tumore all’ovaio. 
    ‘Saida è stata costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico -racconta Norireddine  – e dopo sottoporsi alla chemioterapia.
    In poco tempo ha iniziato a riprendersi, moralmente e fisicamente, ma la nostra gioia e speranza è durata poco. Dopo un anno la malattia è tornata più forte di prima, attaccando l’intestino e il polmone. Saida ha dovuto sottoporsi ad un secondo intervento chirurgico e nuovamente subito dopo la chemioterapia. Eravamo stanchi, disperati’.

     Ricordando piccoli gesti di amicizia negli anni passati a Squillace, Norideddine bussa a casa di una vecchia amica, Gioconda Caccia. ‘Lei mi ha fornito il numero di telefono del presidente dell’Associazione Acmo “Ida Ponessa” (Associazione calabrese malati oncologici), Aldo Riccelli, e da allora non ci siamo sentiti più soli. Aldo e la sua associazione sono diventati il nostro punto fisso di riferimento. Disponibili sempre a qualsiasi ora del giorno e della notte, mi hanno sempre dimostrato e fornito la massima disponibilità aiutandoci non solo moralmente ma anche economicamente.
    Tramite l’associazione Saida è stata trasferita alla Clinica San Vitaliano di Catanzaro dove il personale tutto, mi ha dato la possibilità di rimanere con lei, per affrontare insieme quella terribile malattia.

    Lì abbiamo trovato persone speciali, medici squisiti, tra cui il Dottore Venturino Lazzaro, direttore sanitario della clinica nonché direttore scientifico dell’associazione Acmo e personale eccezionale e volenteroso, che fin da subito si è affezionato a Saida e l’hanno aiutata a vivere il resto della sua vita non solo in modo dignitoso ma anche pieno di affetto’.
    ‘Ciao Saida ti ho sempre voluto bene e so per certo che anche tu hai provato lo stesso per me.Rimarrai sempre nel mio cuore’. Sono le parole che Norireddine rivolge a Saida che non c’è più’. 

    L’amore però è rimasto, e oggi viene restituito. ‘Alla fine di tutto vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato in questo difficoltoso e complesso cammino, compresa la nostra comunità marocchina di Catanzaro e tutti i volontari dell’Acmo che sono stati sempre al nostro fianco fino alla fine dei giorni di Saida e anche dopo. Ci hanno aiutato economicamente a far rientrare la mia cara Saida nella sua terra natia per essere sepolta accanto ai suoi familiari e ai suoi cari’. 
    Norireddine è rientrato nella sua Catanzaro per lavorare. Una città in cui si è integrato, ha avuto e ha restituito vicinanza, quella che ora presta a chi, come lui, ha dovuto affrontare il calvario della perdita di una persona amata. ‘In prima persona voglio dire a chi è in difficoltà che non è solo’.

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