AMARCORD Quarant’anni fa la tromba d’aria nel quartiere Lido

Un sibilo, un fischio, un vento fortissimo e centinaia di abitazioni danneggiate e di feriti

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    di Elisa Giovene

    Era il 29 ottobre del 1979, quando una tromba d’aria attraversò il quartiere marinaro di Catanzaro, causando ingenti danni. Momenti di grande paura vissuti dai residenti del quartiere che, alle ore 21,00 circa, si trovavano per lo più nelle proprie case mentre fuori la pioggia insisteva copiosa. Improvvisamente un sibilo ed un fischio dato da un vento fortissimo ne annunciò l’arrivo, di seguito un gran rumore generato da tutto ciò che veniva ridotto in pezzi volando, successivamente la distruzione. Il tornado passò letteralmente “attraverso” le case ed i palazzi, spalancando porte e finestre, facendo crollare alcune pareti di appartamenti e spargendo con la sua furia vetri e tegole ovunque. Nelle case, come dichiarato da chi purtroppo visse quella terribile esperienza, il vortice passò in un baleno, lasciando paura e sgomento. Nulla era più al suo posto, mobili e suppellettili spazzati via, tende lacerate, porte spalancate al contrario, tegole di altre case sparse nelle stanze delle proprie abitazioni, ma lo spettacolo che si presentò nelle strade era ugualmente apocalittico ed i “marinoti”, oltre al considerevole spavento, quasi non credevano che la furia del tornado avesse potuto generare tale disastro. Le strade  ricolme di sabbia, anche quelle un po’ distanti dal lungomare, resti di vetri ovunque, macchine distrutte o completamente a ridosso di altre, calcinacci e qualsiasi tipo di oggetto invadevano le strade ed ogni angolo del quartiere, così come alcune barche che si trovavano nelle adiacenze del lungomare, furono scaraventate in posti diversi. In Piazza Dogana, invasa da detriti, si apriva quasi uno “scenario di guerra”, mentre in Piazza Garibaldi, gli alti pini che si trovavano davanti al “Bar Lido “ (attualmente UniCredit Banca), furono completamente sradicati. Tante le scene di distruzione, una gru, collocata da tempo fra i palazzi, la si ritrovò caduta su di una palazzina, lasciando miracolosamente illesi gli abitanti dell’ultimo piano della casa.

    Quella sera, la pioggia cadeva insistente, molti erano già in casa, altri ancora fuori o, come raccontato, alcuni residenti del quartiere si trovavano nella sala del “Cinema Orso”, che venne privato parzialmente del tetto, per fortuna senza danni fisici alle persone. Ma ciò non bastò e la furia del tornado attraversò in primis la zona del lungomare, poiché proveniente dalla zona costiera di Squillace, colpendo tutti i lampioni ed attorcigliandoli in egual maniera su sé stessi, quasi fosse un disegno preordinato. La tromba d’aria fu devastante, lasciando gli abitanti del quartiere sconvolti per l’inaspettato e tragico evento. I soccorsi cominciarono ad arrivare già nella serata, la conta dei danni fu ingente, ma soprattutto quella dei feriti che furono circa 110, di cui 30 più o meno gravi, quasi 200 case rese inabitabili con crolli di muri interni e numerose le macchine completamente danneggiate. Il “the day after” fu disastroso, per fortuna senza vittime, il ripristino non fu semplice ed i lavori cominciarono all’indomani cercando di risollevare un quartiere devastato da una furia incontenibile. Gli episodi, che purtroppo resero protagonisti i “marinoti”, furono veramente tanti ed ancor oggi a quarant’anni di distanza il ricordo rimane vivido come “viva” è rimasta la paura di quei tragici momenti, certamente da non poter dimenticare. (alcune  immagini reperite dal web, altre gentilmente concesse dal signor Massimo Scarfone )

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