LA STORIA ‘La tragedia, la malattia. E i servizi sociali dove sono?’

Francesco nel 2010 perde la moglie. Quattro figli nati dalla loro unione, e poi una malattia che lo mette in crisi. Oggi dice: 'Ho bisogno della presenza delle istituzioni' 

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    Di Laura Cimino

    Una famiglia, una vita che scorre, un mestiere. E’ il 1984, Francesco lavora in un nota bar ristorante di Catanzaro. Ha una moglie, che di lavoro fa la fioraia. Nascono quattro bambini. Tre maschi e l’ultima una femmina. Vivono nel paese di Carlopoli. La foto di una foto di allora, di una gita in campagna, l’ultima bambina molto piccola, li ritrare felici.  ‘Io con mia moglie stavo benissimo’, ricorda. E’ il 2010 l’anno in cui improvvisamente tutto viene a cambiare.

    ‘Nel 2010 mia moglie si ammala gravemente – racconta Francesco – io in quell’anno ho cominciato ad accudirla, faceva tre giorni di terapie a settimana’. Purtroppo tutti gli sforzi e la lotta risultano vani. ‘Mia moglie è morta l’anno dopo, nel 2011. Io in quel momento ho lasciato il lavoro e mi sono messo ad accudire i miei figli’. Francesco e i quattro ragazzi non sono soli in questa fase dolorosissima, i ragazzi sono circondati dalle nonne, dalle zie, da un contesto umano come può essere quello di un piccolo paese.

    ‘Mi sono messo a lavorare di nuovo dopo qualche anno, ho cominciato a fare il magazziniere. Ma mi sono accorto che non stavo bene. Forse avevo cercato di trattenere troppo a lungo il dolore’. Inizia una nuova vicenda molto dolorosa per questa famiglia. ‘Mi sono ammalato di depressione. Una malattia terribile. Sono stati sei anni duri, non riuscivo a fare niente. Tantissime terapie, tre ricoveri al Pugliese Ciaccio, poi un nuovo percorso al Centro salute mentale di Catanzaro.

    ‘Io voglio ringraziare tutti i medici di questo percorso, l’ultima cura che sto facendo, in particolare, mi sta facendo molto bene. Per la persona che sono, per la mia sensibilità, la tragedia vissuta ha portato questi risvolti’. ‘Mi è stata riconosciuta l’invalidità all’ottanta per cento – racconta ancora Francesco – ma ho bisogno di trovare un lavoro e soprattutto voglio chiedere: i servizi sociali esistono? Dove sono? Ho bisogno dei buoni mensa per i miei ragazzi, ho bisogno dei libri di scuola, percepisco il reddito di cittadinanza ma solo per comprare tutti i libri scolastici dovrei spendere 600 euro’.

    I ragazzi adesso hanno 10, 13, 20 e 23 anni. I due più piccoli frequentano le scuole medie. Ci sono sentimenti di riconoscenza ‘verso la scuola, con un preside che mi ha mostrato subito enorme disponibilità e lo stesso dico dei professori, che mi stanno aiutando ad avere i libri. Il preside ha capito che è giusto che i ragazzi frequentino la mensa scolastica perché devono stare con i loro amici, cosi come la stessa riconoscenza voglio mostrare ai consiglieri di minoranza del Comune di Carlopoli che avevano proposto di risparmiare sui gettoni di presenza per dare un aiuto alla mia famiglia, anche se poi dal Comune è stato detto che non era possibile’. Francesco fa anche parte di una associazione di famiglie numerose che lo aiuta in alcuni sgravi e con qualche convenzione. C’è un appello alle istituzioni, tutte.

    ‘Quando accadono le disgrazie, quando ci si ammala, bisogna sentire che una comunità c’è. E’ per questo che anche in passato mi sono rivolto al presidente della Repubblica, ricevendo anche un aiuto dal presidente di allora, Napolitano. Chiedo agli enti più vicini, gli enti preposti, di non abbandonarmi. Abbiamo bisogno dei buoni mensa per la scuola dei ragazzi, ma soprattutto abbiamo bisogno di non sentirci soli. Ho bisogno, con un reddito Isee di 1800 euro e poco più e quattro figli, e tutto quello che mi è accaduto, di sapere che le istituzioni ci sono’.

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