Celia: ‘La città piena di problemi e il libro dei sogni di Abramo’

Il consigliere d'opposizione: 'I guai dal cetro storico alle municipalizzate per continuare con la priorità assoluta dei quartieri a Sud' 

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    “Il libro dei sogni di Sergio Abramo, presentato ai catanzaresi in occasione della recente presentazione di uno dei consuntivi economici dell’ente, soggetto al voto dell’assise, è davvero un insulto alla realtà. E lo dico senza acredine. Lungi da me, infatti, indulgere a una becera forma di contrapposizione fra maggioranza e minoranza, di cui sono peraltro orgoglioso esponente. Ma credo che la verità sia sotto gli occhi di tutti”. A esprimere questa netta critica nei confronti dell’operato del primo cittadino è stato il consigliere comunale Fabio Celia.

    Che però nel suo comunicato stampa non ha fatto riferimento all’ormai arcinota vicenda del reportage di Striscia la Notizia sulla zona Sud del capoluogo, preferendo fare un ragionamento molto più complessivo e quindi articolato: “Sarebbe troppo facile ‘battere il ferro’ su quanto visto in tv pochissimi giorni fa e imbastirci su un discorso a effetto. Ma non è certo il mio intento speculare su una situazione di assoluta gravità a cui peraltro come ovvio auspico si ponga rimedio al più presto. Nossignori, dunque, perché lo stridente contrasto fra quanto detto dal sindaco in aula circa una settimana fa e lo stato di abbandono in cui versa il capoluogo è, purtroppo, di proporzioni molto più ampie. Anzi, magari degrado e illegalità fossero confinate solo in un quartiere. Basterebbe concentrarsi su quel tutto sommato piccolo territorio, e basta, per risolvere ogni problema. Di guai, però, la nostra amata Catanzaro ne ha un sacco da tutte le parti e in ogni settore. Un disastro, insomma.

    Altro che la sola emergenza sicurezza nell’area Sud pur costituendo quest’ultima, sia chiaro semmai ci sia bisogno di ribadirlo da parte mia, una priorità assoluta”. Il J’accuse di Celia è come premesso onnicomprensivo e inerisce – secondo lui, of course – a uno stato di progressivo impoverimento economico, oltreché sociale e culturale, della città. Uno scadimento rispetto a cui lo stesso pubblico amministratore chiosa così: “La morte del centro storico è come un arresto cardiaco di cui sta cadendo vittima l’intero capoluogo. Una Catanzaro in cui le partecipate come l’Amc offrono un trasporto sempre più lacunoso all’utenza pagante. E che dire, poi, della Catanzaro Servizi. Municipalizzata che in alcuni casi sopperisce ai deficit del Comune stesso e in altri è, invece, costretta a patire le tante defaillance dell’ente stesso. Rifletta a lungo allora l’Amministrazione in carica prima di mettersi altri fiori all’occhiello, sbandierando progetti faraonici e risultati raggiunti”.

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