Catanzaro-Catania, Maita-Biagianti: capitani in cerca di rilancio

La sfida di domenica pmette di fronte due giocatori punti di riferimento dei giallorossi e dei rossazzurri ma che vivono una annata difficile

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    di Gianfranco Giovene

    Dura la vita del capitano e rovente la sua fascia, specie se indossata su casacche pesanti come quelle di Catanzaro o Catania. Ne sanno qualcosa Mattia Maita e Marco Biagianti, figure cardine dei rispettivi spogliatoi, leader designati ad inizio stagione dai due club, protagonisti fin qui di un cammino non troppo esaltante e finiti – certo, con diverse sfumature – ai margini della titolarità a cavallo del cambio di guida tecnica. Vita dura e sacrificata. Perché in fondo è normale, visto il ruolo e le responsabilità, finire per primi al centro delle critiche quando le cose non vanno per il verso giusto. Il prossimo Catanzaro-Catania sarà anche una sfida incrociata tra loro: tra due capitani abituati da anni a vivere in totale simbiosi con le rispettive piazze, vogliosi ora di riprendersi scena e fascia dopo una parentesi in cui hanno dovuto gioco forza cedere il passo.

    Scalpitano entrambi in vista del big match di domenica: Maita con l’obiettivo di invertire le gerarchie di campionato fin qui stilate da Grassadonia e riprendersi i galloni transitati momentaneamente sul braccio di Statella, Biagianti per trovare continuità magari nel nuovo ruolo ritagliatogli appositamente da Lucarelli nello scorso turno – difensore centrale – e ritornare guida del gruppo dopo la temporanea reggenza Lodi. Sempre titolare ed in campo fino al novantesimo, il capitano giallorosso – alla sua sesta stagione a Catanzaro – ha dovuto digerire negli ultimi due turni delle piccole bocciature da parte del nuovo coach vedendo il campo solo per scorci sia contro l’Avellino che contro la Cavese; casella delle realizzazioni ancora immacolata ma nel suo ruolino c’è l’assist d’oro servito a Casoli nel match contro la Casertana al “Ceravolo”.

    E poi la brillante prestazione del “Granillo” nel derby contro la Reggina, la migliore dell’anno per lui, in cui ha dimostrato di poter tranquillamente salire in cattedra e dettare calcio per la squadra. Quel Maita vuole ritrovare Grassadonia e quei livelli vuole replicare il numero cinque messinese che proprio al cospetto dei rossazzurri spera di poter rientrare titolare vincendo il ballottaggio con Risolo per la regia. Dall’altra parte il trentacinquenne fiorentino, etneo d’adozione dopo gli oltre dieci anni a Catania, finito addirittura fuori rosa per motivi disciplinari qualche settimana fa – insieme all’ex giallorosso Bucolo e al compagno Marchese – e reintegrato di recente per dar manforte a Lucarelli nel post-Camplone – quattro in totale le sue presenze finora. Fasce che pesano, da riconquistare e da difendere per guidare l’assalto. E quale miglior palcoscenico di un Catanzaro-Catania rivedere i capitani ruggire.

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