Veneto nella Sanità calabrese, Sud Democratici: ‘Dubbi e speranze’

L'associazione considera questa scelta il primo atto 'non ostile che il governo nazionale ha prodotto per la Calabria in tutto il decennio del piano di rientro'


“La notizia della stipula di una convenzione tra il Ministero della salute e la Regione Veneto per utilizzare le competenze dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Padova al fine di favorire la ‘Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura in campo chirurgico’ ha prodotto tra noi Sud-Democratici alcune speranze e qualche dubbio”. Lo scrive in una nota l’associazione Sud Democratici.

“Alcuni – sottolinea Sud Democratici – lo considerano il primo (sic!) atto non ostile che il governo nazionale ha prodotto per la Calabria in tutto il decennio del piano di rientro perché rappresenterebbe un’  opportunità a costo zero (anche i 200.000 euro per l’AOU di Padova sono a carico del Ministero) per arrivare a un corretto utilizzo delle potenzialità chirurgiche della Regione e risponderebbe alla necessità di adeguamento tecnologico e professionale sulle quali  investire le risorse piuttosto che sprecarle in improbabili cedimenti alle pressioni localistiche come accaduto, per esempio, con il mantenimento in vita dei piccoli ospedali.

Altri invece, meno ottimisti, ipotizzano che l’operazione sia stata addirittura sollecitata dalla Regione Veneto, per nulla animata da altruismo collaborativo con la Calabria, ma allo scopo principale di avere occasione di “reclutare” le giovani leve professionali di cui tanto necessita. In Veneto infatti, sono stati richiamati in Sala operatoria gli ultrasettantenni in pensione e si è stati costretti ad affidare in molti casi l’Emergenza a giovani che non hanno ancora completato l’iter formativo specialistico. Questa situazione   potrebbe far  riflettere  su una scarsa capacità della gestione del personale  difficile da conciliare con la tanto decantata efficienza gestionale della regione.

C’è ancora chi, al di là del merito, vive l’iniziativa ministeriale come l’ennesimo sopruso nei confronti della Calabria che tenderebbe ancora una volta a mortificare le autonome capacità di iniziativa pur presenti in regione  con l’intenzione di perpetuare una sorta di neocolonialismo.
Non conosciamo le reali o le recondite intenzioni di questa iniziativa e tutte le nostre ipotesi, e forse altre ancora, potrebbero esserne la sostanza.
Ci sia consentito di monitorare nel tempo tutta la vicenda per esprimere un giudizio definitivo, mentre ci auguriamo davvero che abbiano ragione i più ottimisti tra noi”.