Leggi Valli Cupe, Rinnov@ndo Sersale: brutta pagina regionalismo

Questa legge è frutto di un becero accordo trasversale, votata con gravi violazioni di procedure legislative, per fini che esulano dall’interesse di Sersale, della Riserva e di un intera comunità.

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    Martedì 19 novembre l’asse Oliverio-Tallini, per il raggiungimento di reciproci obiettivi, ha scritto la peggiore pagina del regionalismo calabrese, in violazione della Costituzione e dell’onore di Sersale. Ecco perché chiediamo un fermo intervento di tutte le forze politiche e di tutti i parlamentari calabresi. Lo scrive il movimento Movimento Politico Rinnov@ndo Sersale in riferimento all’approvazione della legge del Consiglio Regionale sulla gestione delle Valli Cupe

    La revoca della gestione di Valli Cupe è stata votata nonostante i numerosi rilievi mossi dall’Ufficio Legislativo: come abbiamo sempre sostenuto, l’individuazione dell’Ente Gestore in capo ad un’associazione di diritto privato, in mancanza di un procedimento ad evidenza pubblica ad hoc, potrebbe violare l’art. 117, comma 2, lett. e) della Costituzione (Libera Concorrenza) – il problema non è l’associazione in se, ma la mancata previsione di un bando di selezione.

    Sugli altri rilievi dell’Ufficio Legislativo della Regione, ci chiediamo come mai nella fase istitutiva della Legge sulla Riserva non si è tenuto conto dell’art. 22 comma c della Legge Quadro (“la necessaria partecipazione di tutti gli Enti Locali interessati alla gestione dell’Area Protetta”), mentre oggi che serve a giustificare l’affidamento ad un privato questa osservazione viene recepita? Tre anni fa prevalse forse il diritto della forza piuttosto che la forza del diritto? Un fatto grave per una Assemblea legislativa!

    Ed ancora oggi la Legge approvata non è chiara: i Comuni ulteriormente interessati sulla base del Piano di Assetto Naturalistico adottato verranno fatti partecipare alla gestione dell’Area Protetta?

    Ciò dimostra che su Valli Cupe ci sono fortissimi interessi che spingono per una sostanziale privatizzazione di un bene comune. È preoccupante che Legambiente, già partner del Comune di Sersale, non abbia proferito verbo su questa vicenda. Nel massimo rispetto delle nobili finalità di detta associazione, ricordiamo che chi ha scritto la Costituzione aveva uno spessore politico, culturale e valoriale che fa sembrare tutti i protagonisti di questa vicenda quantomeno inadeguati. Per Noi la Costituzione e i beni comuni sono il faro guida.

    Abbiamo sentito i consiglieri regionali tracheggiare tra motivazioni incredibili, proposte cerchiobottiste, curiose assenze al momento decisivo del voto e ascoltato Tallini lanciare pesanti accuse all’Amministrazione comunale di Sersale. Accuse, ancora oggi solo sbandierate e non documentate, che non giustificano l’espropriazione di una comunità del diritto di costruire il proprio futuro, infatti gli amministratori passano ma i territori restano.

    Valli Cupe sarà sicuramente oggetto di querele e denunce, ma la cosa più grave è averla fatta diventare merce di scambio politico-elettorale nello squallido teatrino di Palazzo Campanella.

    Uno spregevole accordo trasversale sottoscritto dai consiglieri regionali che hanno votato la Legge, ma sostanzialmente avallato anche da chi non vi si è opposto fermamente.

    Nessuno dei consiglieri regionali si è chiesto se le carte che Tallini ha sventolato sono circostanziate, se ha prove concrete perché non le ha rese pubbliche?

    A cosa serve il parere dell’Ufficio Legislativo se poi i consiglieri votano per convenienza e in contrasto con la Costituzione?

    Atteggiamenti che denotano il trasversalismo di cui campa una certa classe dirigente in Calabria.

    L’istituzione all’unanimità della Riserva, definita tre anni fa come esempio virtuoso della politica calabrese e modello di sviluppo naturalistico per l’intera Regione, è stata svenduta ai più miseri interessi di bottega con consiglieri che votano o si astengono indifferentemente dal loro schieramento, a testimonianza di un Consiglio Regionale squalificato. L’atteggiamento peggiore è quello del Presidente Oliverio.

    Dopo essere assurto alle cronache nazionali per aver tentato di riformare la gestione di Valli Cupe, proprio per allargare a più Enti Locali, ora ne permette la privatizzazione. Ed è disposto a violare la Costituzione e l’autonomia degli Enti Locali pur di tener fede all’accordo trasversale con Tallini.

    Su Valli Cupe il Presidente si è voltato dall’altra parte, Oliverio astenendosi ha autorizzato lo scippo del nostro futuro.

    Ascoltando la surreale discussione d’aula consiliare non ha sentito il dovere etico di approfondire la vicenda. Infatti, ignora deliberatamente i rilievi di costituzionalità dell’Ufficio Legislativo citati dall’On. Arturo Bova pur di difendere il suo patto con Tallini.

    Questa Legge è frutto di un becero accordo trasversale, votata con gravi violazioni di procedure legislative, per fini che esulano dall’interesse di Sersale, della Riserva e di un intera comunità.

    Se il Presidente Oliverio ha inteso avallare tutto ciò, ne trarrà i debiti riconoscimenti elettorali, ma a questo punto ogni deputato e forza politica calabrese ha il dovere morale di alzare la voce contro lo scempio della nostra comunità. Riteniamo necessario che sui rilievi dell’Ufficio Legislativo regionale si esprima la Corte Costituzionale, unico organo previsto dall’ordinamento costituzionale vigente nello Stato italiano, pertanto chiediamo che il Governo promuova il pronunciamento di merito su questa legge vergognosa.

    Valli Cupe appartiene ai sersalesi e nessuno può espropriarli del diritto di decidere del proprio futuro, perciò sappiano tutti coloro che rivestono cariche elettive che i cittadini di Sersale prenderanno nota delle loro azioni in difesa di un bene comune.

    Ci riserviamo di indire una assemblea pubblica per decidere, insieme alla cittadinanza tutta, quale azione corale e collettiva intraprendere, perfino la restituzione delle tessere elettorali a partire dalla prossima competizione regionale, qualora non si intenda rispondere istituzionalmente alle questioni esposte. 

         

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