Bando Psc a un euro: Architetti si rivolgono alla Corte di Strasburgo

"Va ristabilito quel principio fondamentale sancito dall’art. 36 della Costituzione che recita: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro"

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    Il 30 novembre 2017, – si legge in una nota dell’Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Catanzaro Giuseppe Macrì – il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per contestare la violazione dei diritti contenuti nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo lesi con la sentenza del Consiglio di Stato 4614/2017.

    La vicenda è quella relativa al bando del Comune di Catanzaro per l’affidamento della redazione del Piano Strutturale della città al compenso simbolico di un euro. Bando considerato legittimo dal Consiglio di Stato che ha ribaltato quanto, al contrario, era stato stabilito dal TAR della Calabria.

     

    Sulla questione gli Architetti, come più volte affermato da.Giuseppe Macrì Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catanzaro, non possono arretrare, perché va ristabilito quel principio fondamentale sancito dall’art. 36 della Costituzione della Repubblica Italiana che recita: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa” e va restituito il ruolo principale assegnato alle libere professioni del paese sancito dall’Ordinamento dello Stato,  oggi “pasticciato” con una serie di leggi  che hanno portato il Paese alla qualità dei servizi che tutti conosciamo ed all’impossibilità di realizzare opere pubbliche di qualità.

     

    In coerenza con l’azione di tutela degli interessi generali della categoria e dei principi fondamentali della Costituzione, il Presidente del Consiglio Nazionale Architetti. Giuseppe Cappochin, ha proposto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ritenendo urgente agire contro la lesione di principi fondamentali che attengono alla dignità dell’uomo ed al diritto alla retribuzione.

     

    Il presidente Nazionale degli Architetti, mantenendo la promessa fatta nella manifestazione nazionale sull’equo compenso, tenutasi a Catanzaro,  alla presenza di oltre mille liberi professionisti il 10 novembre  ha portato la questione  alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo che è un organismo di giustizia internazionale alla quale si possono proporre ricorsi contro lo Stato che viola i diritti garantiti dalla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo.

     

    E’ un momento fondamentale  per tutti i liberi professionisti perché la categoria sta rispondendo con determinazione a tutte le vessazioni che una politica miope e confusa ha inferto al settore portandolo ad una crisi strutturale non facile da superare senza azioni concrete di riorganizzazione e riconfigurazione dei ruoli fondamentali nell’organizzazione statale.

     

    Tutte le categorie, hanno manifestato dapprima il 10 novembre 2017 a Catanzaro, in un’assemblea organizzata dai Consigli degli Ordini e Collegi professionali della Calabria che ha visto la presenza di oltre 1000 partecipanti e successivamente nella manifestazione tenutasi a Roma il 30 novembre organizzata dal CUP  e dalla Rete delle Professioni. In concomitanza con quest’ ultimo appuntamento, il Governo, ha approvato l’equo compenso, diventato legge con il Decreto Fiscale approvato il 30 novembre L’equo compenso, primo tassello di un processo di revisione dei diritti dei lavoratori intellettuali, è da considerare una sorta di “legge fondamentale” del diritto alla giusta retribuzione, perché estende a tutti i professionisti il riconoscimento economico «proporzionato» al lavoro svolto, stabilendo che il principio  vale anche per la Pubblica Amministrazione.

     

    L’ Ordine degli Architetti di Catanzaro, da sempre attento alle questioni che riguardano la crescita e la tutela degli Architetti, ha intrapreso un battaglia a tutela del lavoro e dei professionisti sin dall’inizio della vicenda (Vedi Sentenza del Tar Calabria n.2435/2016) ed ha aderito “in forze” alla manifestazione sull’ equo compenso” tenutasi a Roma il 30 Novembre e continuerà farlo senza se e senza ma, con più determinazione”.

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