Gratteri a Rai2, inutile consigliare politici che poi fanno l’opposto

Il magistrato, ospite nella trasmissione Kronos, si esprime senza indugi come sempre 

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    di Danilo Colacino

    ‘Kronos, il tempo della scelta’. Questo il titolo della trasmissione di Rai2, registrata un paio di giorni fa ma andata in onda stasera, a cui ha partecipato il capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri. Che, come noto, la sua scelta di vita l’ha fatta, ormai più di qualche decennio fa. E lo ribadisce a Giancarlo Loquenzi (co-conduttore del programma di approfondimento insieme alla collega Annalisa Bruchi), che gli chiede al pari di molti altri cronisti se ne sia valsa la pena di trascorrere gran parte dell’esistenza in ‘stato di guerra’ ovvero protetto da armati pur in tempo di pace. Ma l’alto magistrato ha parecchio da dire (al di là delle anticipazioni fornite da alcuni organi di stampa) come ad esempio riservare l’ennesima scudisciata ai politici che arriva quando gli viene riproposto il quesito sulla mancata nomina governativa da parte dell’ex premier Matteo Renzi. “Lo ripeto – afferma al solito il procuratore – sono felice di lavorare a Catanzaro. Mi ero messo gratuitamente a disposizione, e se ne ricorressero le condizioni lo farei ancora, per suggerire un percorso di profondo rinnovamento del sistema penale, giudiziario e detentivo, italiano. Ma inizio a perdere le speranze sull’utilità di un nostro aiuto. Finora, infatti, è sempre successo che siano andati nella direzione esattamente opposta a quella indicata”.

    Il rischio di infiltrazioni mafiose fra gli amministratori locali. Ecco il Gratteri-pensiero a riguardo. “La Legge Bassanini ha cambiato molte cose. Una conseguenza è che, dal momento della sua entrata in vigore in avanti, è stato concentrato troppo potere in alcune figure. Un sindaco decide quasi tutto. L’autonomia di quanti lo affiancano è dunque assai ridotta. Se quindi (il primo cittadino, ndr) è controllato dalle cosche, il danno sarà enorme”.

    La dote fondamentale del prossimo ministro della Giustizia. “Io non ricoprirò – asserisce perentorio – questo delicato e importante ruolo nell’immediato futuro, perché dai sondaggi si delinea uno scenario in cui non ci sarà una maggioranza tale da consentire a uno schieramento di fare certe riforme. Mi riferisco a mutamenti radicali del Codice Penale e di Procedura Penale, oltreché dell’Ordinamento Giudiziario, che sono invece indefettibili. Ecco allora che il prossimo Guardasigilli dovrà avere tanto coraggio. Bisognerebbe però subito dare impulso alla costruzione di quattro o cinque nuove carceri da 6mila posti. Basti pensare che negli Stati Uniti ce ne sono alcune in grado di contenere 18mila detenuti. Qui da noi, al contrario, per non pagare una multa salatissima all’Ue (per il regime detentivo interno, ndr) si sono addirittura allargate le maglie. Ebbene si faccia una concreta rieducazione del condannato, magari costringendo un capomafia 50enne che mai ha lavorato a impegnarsi seriamente per otto ore al giorno. Un metodo peraltro sperimentato con successo nelle comunità terapeutiche per i tossicodipendenti ”.

    La recente operazione Stige e altri brillanti successi investigativi che però non hanno fruttato al procuratore capo del capoluogo l’appeal mediatico nazionale di cui avrebbe pieno merito. “Forse non sono di moda o non corteggio abbastanza i giornalisti delle testate più rinomate. Ma non mi interessa, perché io bado solo ed esclusivamente a tutelare gli interessi della collettività applicando la legge e continuando a fare il magistrato”.  

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