‘Mio padre ha ucciso mia madre’. Elisabeth: quel dolore che non passa

Oggi ventenne vive con i genitori adottivi a Girifalco


di Alessia Burdino

Occhi da cerbiatto. Labbra scolpite. Fisico mozzafiato. Elisabeth ha vent’anni. Studia Sociologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Per passione fa la modella. E vive a Girifalco con genitori che la amano da impazzire. 

A Girifalco arriva ad otto anni. Ci arriva con un bagaglio che pesa come un macigno. Un dolore che la accompagnerà per tutta la vita. E che mai riuscirà a superare. 
Grazie all’amore dei suoi genitori adottivi e ad una comunità in cui si integra perfettamente, Elisabeth riprende a vivere. 
Riprende a vivere. Perché la sua vita si era fermata due anni prima. Il suo cuore aveva smesso di battere a sei anni quando inerme, accanto ai suoi fratelli, assiste al più barbaro dei gesti: l’uomo che, mai più riuscirà a chiamare papà, le porta via la persona più importante della sua vita: la mamma. 

Elisabeth vede il padre uccidere la sua mamma con due colpi di fucile. 
L’uomo non aveva superato la separazione dalla moglie e commette il più vile e barbaro dei gesti. Toglie la vita alla moglie e strazia, per sempre, il cuore dei suoi figli. 
Elisabeth, oggi, è una donna forte. Risoluta. Non esita un secondo quando le chiediamo di offrirci una testimonianza rispetto alla ricorrenza del 25 novembre: la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. 

Come si supera un dolore simile?

“Parto dal presupposto che non si può superare un dolore così grande, qual è la perdita di una mamma. Sopratutto nel modo in cui l’ho vista morire: si tratta di un dolore straziante. Bisogna solo cercare una forza interiore per andare avanti. Io ho avuto una grande forza e nonostante tutte le problematiche che sono subentrate sono più forte di prima”. 

Cosa ti senti di dire alle giovani donne che non trovano il coraggio di denunciare?

“A tutte le donne voglio solo dire di avere coraggio, anche nella paura più assoluta, di difendersi. Perché non siamo oggetto di nessuno, soprattutto della persona che si pensa essere l’uomo giusto. Mai abbattersi per la propria dignità e per la propria vita. Queste donne devono solo avere coraggio. Un coraggio sopraumano”.