Giovino, Fiorita: dodici villette già in costruzione (VIDEO)

Conferenza stampa dell'opposizione: il sindaco dica se crede allo sviluppo turistico della città, e avvi una reale concertazione che guardi al futuro

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di Antonio Capria

“Per lo sviluppo di Giovino serve un concorso internazionale di idee che non sia uno specchietto per le allodole, ma che riesca a disegnare il futuro dell’area per i prossimi 15 anni. Servono idee che cambino la storia della città, soluzioni che nessuno ha già pensato, perché a far costruire quattro negozi tra la statale 106 e la ferrovia son capaci tutti”.

Nicola Fiorita conclude così una conferenza stampa, lunga e densa di argomentazioni, convocata dall’opposizione per replicare alle posizioni espresse dal sindaco Sergio Abramo sulla programmazione urbanistica di Giovino. Una proposta più di metodo che di contenuti, quella messa sul tavolo dalla opposizione, che parte però da un presupposto: la fiducia nella possibilità di sviluppo turistico di Catanzaro. “Se il sindaco non ci crede, se non è capace di realizzare una possibilità di sviluppo, si fermi, non pregiudichi il futuro e lasci fare a noi quando sarà il nostro turno. Non può convincerci che quattro negozi e un piccolo albergo siano meglio di niente”, ha detto ancora Fiorita, che ha evidenziato come “sul futuro di Giovino si è aperto un fronte molto ampio, su questo tema in città questa maggioranza è diventata minoranza, ed Abramo è stato davvero imprudente a definirci quattro gatti”. “L’opposizione su questa battaglia è unita, faremo in modo che l’area di Giovino non venga sottratta al futuro di questa città”, ha aggiunto Fiorita, che si è detto  molto deluso dal sindaco Abramo “perché tenta di scaricare sull’opposizione le sue difficoltà, le divisioni e gli errori che questa maggioranza continua a fare”, ha spiegato. “Nonostante fossimo molto preoccupati per alcune vicende come quella della pubblicazione di un bando che già predeterminava il futuro di Giovino, noi abbiamo assunto una posizione di ragionevolezza e di disponibilità al dialogo. Ma il dialogo ha delle condizioni irrinunciabili: innanzitutto l’azzeramento dell’ipotesi della tripartizione apparsa sull’albo pretorio, poi che si riconduca il processo decisionale su Giovino ad una concertazione reale, che non è soltanto fare un convegno, e la si riconnetta alla redazione del Psc”. Infine Fiorita ha denunciato l’avvio della costruzione di 12 villette a ridosso della pineta di Giovino, documentata da un video fornito alla stampa: Il sindaco dice che non saranno costruite villette, ma su Giovino le villette si stanno già costruendo, non sappiamo se a sua insaputa, e questo è inaccettabile. Mentre di urbanistica si discute, Giovino viene espugnata dal cemento”. 

 

Per Sergio Costanzo il sindaco Abramo “ha cambiato slogan: prima non era informato, ora la colpa è sempre degli altri”, ha detto riferendosi alla pubblicazione del bando sull’albo pretorio: “Non si può scaricare la responsabilità sull’operatore, noi siamo certi che è stata chiesta la pubblicazione. Si tratta di un percorso tracciato. La verità è che è stata tentata di una fuga in avanti che è stata arrestata grazie all’intervento dell’opposizione”. 
Costanzo, che nel suo intervento ha ripercorso le vicende amministrative e anche giudiziarie che hanno riguardato la programmazione urbanistica del comparto, si chiede soprattutto quale sia stata l’urgenza di pubblicare un bando su Giovino “che contiene grandi insidie e furberie urbanistiche” quando a breve sarà redatto un nuovo Psc che dovrà programmare lo sviluppo dell’intera città nell’ambito di una visione organica. Per i consiglieri di opposizione l’accelerazione è probabilmente legata “a motivazioni di natura clientelare”, o forse “al timore che l’amministrazione possa cadere nei prossimi mesi”. I consiglieri non credono alla necessità, sostenuta dalla maggioranza, di accelerare la pianificazione su Giovino per evitare contenziosi con i proprietari dei terreni, che nelle more delle decisioni dell’Amministrazione continuano a pagare i tributi per terreni edificabili: “L’amministrazione – ha spiegato Costanzo – ha perso tre o quattro anni per ottenere la progettazione gratuita del Psc, alla quale ha comunque destinato 250 mila euro di spesa. A questo punto ci chiediamo se sia stato perso tempo di proposito“. “Noi come Fare per Catanzaro abbiamo sposato l’idea del masterplan, non vogliamo una programmazione per comparti, ma vogliamo un piano complessivo per lo sviluppo dell’intera città”, ha concluso Costanzo.

Roberto Guerriero ha rivendicato la bontà del percorso della manifestazione di interesse europea, che era stata l’idea di Salvatore Scalzo, ma ha soprattuto richiamato il tema del fabbisogno abitativo della città. Non è possibile fare pianificazione territoriale, ha spiegato Guerriero, “se non ci si chiede se in questa città c’è ancora bisogno di case”. Per Guerriero bisogna ripensare l’intera città, “ridefinendo il ruolo di corso Mazzini, della vecchia area industriale di Sala, di Lido”. “Il quartiere marinaro sta esplodendo per densità di popolazione, e vorrei capire perché gli oneri di urbanizzazione prevalentemente in quell’area non sono stati pagati da diverse imprese, perché i dirigenti non hanno riscosso le fideiussioni che sono conservate nei cassetti del Comune”, ha detto Guerriero, che ha evidenziato come “aree industriali a Giovino sono state trasformate in residenziali”, e ha sollevato il problema dell’ubicazione del depuratore. “Sfidiamo il sindaco e la sua maggioranza ad un confronto pubblico. Alla nostra assemblea pubblica – ha concluso Guerriero – lo abbiamo invitato perché non è il sindaco di una maggioranza, ma il sindaco della città. Deve dialogare con chi non la pensa come lui, non promuovere un convegno senza contraddittorio”. 

Per Fabio Celia l’amministrazione prosegue sugli errori commessi negli anni passati nei confronti della città: “Oggi questa amministrazione, anche nelle sedi consiliari, analizza la crisi delle attività economiche dando la colpa a fenomeni astratti come la globalizzazione. In realtà Catanzaro sta pagando una gestione pessima nel rilascio di licenze commerciali a pioggia sul territorio cittadino, che ha distrutto il commercio al dettaglio. Inutile cercare colpe altrove. Catanzaro paga lo scotto di operazioni di natura clientelare sia sotto il profilo edilizio che commerciale. Questo progetto su Giovino sarebbe il colpo mortale per la città capoluogo di regione, non servono piani commerciali nuovi, ma l’efficace utilizzo degli sportelli unici e dei piani commerciali esistenti. Lido potrebbe essere il vero polmone economico della città, ma oggi vive alla giornata”. Per Celia la maggioranza “deve poter dare risposte ad un sistema di natura clientelare in vista elle elezioni regionali, per questo non può aspettare le stesura del Psc, che ha necessità di guardare allo sviluppo complessivo del capoluogo”.  

Lorenzo Costa si è detto indisponibile ad alcuna iniziativa con il sindaco, perché Giovino ha già una destinazione, quella di riserva naturale. “Non accettiamo che il sindaco dica che siamo scappati dal tavolo su Giovino. Come opposizione ci siamo sempre assunti le nostre responsabilità sui temi importanti per lo sviluppo della città – ha detto Costa – ma non possiamo essere interessati alla cementificazione di un quartiere. Non comprendiamo la fretta di intervenire su Giovino, con tanti problemi più urgenti come quello della depurazione: come si può pensare allo sviluppo turistico quando si lascia il depuratore a poca distanza dal mare?”.  

Di “modus operandi osceno” dell’amministrazione ha parlato Gianmichele Bosco. “Il sindaco ci convoca sempre nel momento in cui vuole fingere di condividere delle azioni che sono già decise. Quando siamo convocati in conferenza dei capigruppo non conosciamo l’argomento in discussione, che viene proposto durante la seduta. Prima siamo stati tenuti all’oscuro su un tema così importante per il futuro della città, per poi sentire che si vuole rendere partecipe la minoranza: sono menzogne. I dirigenti dell’urbanistica hanno già segnato un percorso, e ci vogliono far credere che si possa tornare indietro. Il sindaco dice che non si può fare attendere il Psc, ma il problema di Giovino non è di natura tecnica, ma politica. E’ la politica a dover decidere cosa fare su quel comparto, il Consiglio comunale è supremo, può dire quale destinazione dare a Giovino, e quali diritti garantire. Giovino è una zona vergine che va preservata, non sento parlare di diritti sociali e diritti ambientali. Oggi Catanzaro può alzare la testa e dire che a Giovino non si posa neanche un mattone”.

In conclusione della conferenza Libero Notarangelo ha criticato il convegno organizzato dal sindaco – “un incontro fine a se stesso, da cui non scaturirà alcun impegno, è una concertazione finta” – e ha auspicato “che le cose vengano fatte bene, in maniera chiara e trasparente, con un unico punto cardinale da seguire, l’interesse di Catanzaro, che non può essere perseguito semplicemente ingorgando di attività commerciali i terreni tra la ferrovia e la statale 106”, mentre Cristina Rotundo ha accusato Abramo di “aver cambiato completamente le carte su Giovino”. “La gente vuole chiarezza – ha concluso Rotundo – non sotterfugi, bugie e colpe attribuite a chi non ne ha. La storia di Giovino è importante per i nostri figli, per il futuro della città.  Ad oggi non sentiamo parlare di turismo, di eventi estivi, di programmi. Già il centro storico sta pagando le colpe di questa amministrazione, facciamo che non venga colpito a morte anche il quartiere marinaro”. 

Alla conferenza sono stati presenti rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, ed ex consiglieri comunali come Eugenio Occhini e Antonio Giglio.

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