‘Un altro Primo maggio senza festeggiato’

Pisano (Ugl Telecomunicazioni): la questione meridionale rimane purtroppo attuale ed i margini per un inversione di tendenza sembrano essere più che un miraggio.

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    Un altro primo maggio amaro per la Calabria ed il Sud.

    Solo ieri Eurostat ha certificato che in merito al tasso di disoccupazione giovanile  la nostra regione è tra le dieci peggiori in Europa.

    Un giovane su due è senza lavoro (il 52,7%). Risulta per nulla accorciato il divario a livello nazionale dove il dato calabrese, unitamente a quello campano e siciliano, è agli antipodi rispetto alle regioni del Nord.

    Lo scenario in termini di numeri si traduce socialmente in una vera e propria emergenza per il mezzogiorno.

    La questione meridionale rimane purtroppo attuale ed i margini per un inversione di tendenza sembrano essere più che un miraggio.

    La Calabria e le regioni del mezzogiorno vivono un secondo dramma che è diretta conseguenza del primo. Tanti giovani per vedere riconosciute le loro potenzialità professionali devono necessariamente abbandonare i luoghi in cui vivono. Le cifre parlano chiaro, si tratta di una nuova emigrazione di massa.

    Uno sradicamento che impoverisce culturalmente ed economicamente il mezzogiorno d’Italia.

    Chi fa sindacato come Noi in Calabria, ha serie difficoltà a spiegare a questi giovani il significato e l’attualità del 1 maggio come festa del Lavoro.

    Più passa il tempo, più questa ricorrenza rischia di risultare “fastidiosa” ad una maggioranza di persone che vedono leso un diritto costituzionalmente riconosciuto, il diritto ad un posto di lavoro. Noi aggiungeremmo, ispirati da Benedetto XVI, anche il diritto di non essere costretti ad abbandonare i luoghi di origine per poter accedere al mercato del lavoro.

    Con amara ironia, da anni ormai si celebra la Festa in assenza del festeggiato: IL LAVORO.

    Siamo dell’opinione non sia più rinviabile una seria riflessione sul tema LAVORO in Italia ed in particolar modo al SUD.

    Un lavoro che non sia precario e dia la possibilità ad ogni singola persona di portare il  proprio contributo alla crescita economica e sociale della Nazione.

    In Italia non finiremo di parlare di crisi economica e sociale, fino a quando non saranno registrate percentuali occupazionali espresse almeno in una sola cifra.

    Il 1 maggio, fermiamoci mostrando solidarietà a chi non lavora, vive ai margini e troppo spesso non è tutelato divenendo quasi “invisibile”. Dal giorno dopo lavoriamo tutti assieme per risolvere tale emergenza.

                                                                                                                                                                                                                                                                 Pierpaolo Pisano

                                                                                                                                               Segretario Regionale

    UGL Telecomunicazioni Calabria

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