Alunno disabile non va in gita, le reazioni: ‘Non ci sono scuse’

In un comunicato congiunto la consigliera di Fare per Catanzaro Cristina Rotundo e alcuni rappresentanti di associazioni di diversamente abili intervengono sulla vicenda IL FATTO

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    Riceviamo e pubblichiamo a seguire la nota congiunta a firma di Cristina Rotundo Consigliere Comunale #fareperCatanzaro e Mamma, Angsa Catanzaro, Aipd Catanzaro, Meda Movimento Europeo Diversamente Abili

    Vergogna rabbia e amarezza. Non ci sono altre parole. Con questi sentimenti ed emozioni oggi, al risveglio, abbiamo appreso una triste notizia, che ci riporta indietro di quasi un secolo, quando nel 1923 l’approvazione della Legge Gentile consentì, finalmente l’inserimento dei disabili in ambito scolastico. Nonostante le statistiche riportino una crescita della partecipazione dei ragazzi con disabilità, purtroppo si registrano ancora casi di esclusione dai viaggi d’istruzione.

    E’ il caso di una scuola di Catanzaro, dove un’uscita didattica ha “volutamente” escluso un bimbo con disabilità in una scuola secondaria violando un diritto dello studente. Non ci sono scuse, non ci sono giustificazione a questo grave atto di “voluta discriminazione” c’è solo tanta tristezza e sconcerto verso chi dovrebbe dare il buon esempio ma invece effettua il contrario.

    Tanta amarezza, dunque. Rimane da chiedersi come sia stato possibile che un ragazzino ben conosciuto nella scuola – abbia potuto essere escluso dall’intera comunità scolastica senza dare possibilità di scegliere se partecipare alla gita scolastica o meno. E’una sconfitta amara, dell’alleanza scuola-famiglia, della comunicazione, della comunità intera e del principio stesso di inclusione.

    La vicenda di Catanzaro non è purtroppo l’unica realtà in cui le incomprensioni non hanno trovato soluzione. Eppure la legge è chiara, come ha ricordato il Tribunale dei diritti dell’Anffas, pronunciandosi proprio su altro caso: “Una scuola che organizza una gita d’istruzione ma non mette in essere comportamenti coerenti per consentire la partecipazione di tutti gli alunni, compresi quelli con disabilità, di fatto pratica una discriminazione nei confronti degli studenti disabili: in casi come questi, è competente il giudice civile ordinario che, se il tempo è sufficiente, può emettere un provvedimento per impedire la discriminazione, o, se il danno è già compiuto (cioè se la gita d’istruzione si è già tenuta senza la partecipazione del ragazzo con disabilità) può riconoscere il risarcimento del danno non patrimoniale in via equitativa e secondo parametri discrezionali”.

    O come spiegano gli Esperti di Superabile, richiamando i punti di riferimento normativi e in particolare la Nota Ministeriale 11 aprile 2002, n. 645, che pone particolare attenzione al diritto degli alunni con disabilità a partecipare alle gite scolastiche Tanta, troppa la strada ancora da fare. E non potremo mai farla se non torneremo a mettere al centro il dialogo, la condivisione e la comunicazione efficace, quella che trova soluzioni, non contrasti. Quella che non esclude. Noi, andremo a fondo in questa vicenda, gli attori responsabili che hanno sbagliato, con lo schiaffo all’inclusione che non c’è dovranno essere puniti dagli organi preposti.

     

     

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