‘Don Franco ieri per salutarti c’era tutta la tua gente’

Il ricordo e saluto del sacerdote appena scomparso e che resterà nel cuore di tutti i suoi fedeli di Marcello Furriolo

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Riceviamo e pubblichiamo – “Ieri all’Immacolata c’era tutta la gente di Don Franco Lorenzo. Donne, anziani, bambini. Gente normale. Quella che lo conosceva e lo amava. Sinceramente e profondamente. Tantissima gente. Mai vista se non nelle grandi occasioni. Per la morte dei grandi personaggi, vescovi o importanti uomini delle istituzioni civili. Tanta gente umile del popolo vero. Venuta da tutte le periferie della città e dai paesi vicini. Applausi scroscianti e sentiti alla fine, quando la sua bara di legno chiaro, come il suo sguardo, è passata in mezzo a due ali di folla piangenti e ancora incredule, che si rifiutano di accettare l’atroce passaggio della morte. Don Franco non c’è più. Non sentiremo più la sua voce gutturale, ma suadente, il suo ragionare quieto e sicuro. Rassicurante come la sua mano, che sapeva accompagnarti nel porto quieto della ragione e della speranza.
Franco Lorenzo ha concluso l’ultima sua battaglia, perdendola, con un male più forte. Come gli è spesso capitato nella sua vita movimentata e meravigliosa, straordinaria e modesta, ricca d’amore verso gli altri e povera di gratificazioni da parte chi avrebbe dovuto capire il valore del suo impegno pastorale, del suo forte radicamento nei cuori della gente, del suo continuo andare lungo i sentieri del bisogno, della sofferenza, oltre i confini dell’egoismo, delle convenzioni e delle ipocrisie. Un prete moderno per una Chiesa paludata e lontana. 
C’era un qualcosa di strano ieri sotto le navate dell’Immacolata. Un incontro tra due Chiese intorno al feretro silente di un testimone autentico della Parola di Cristo. La parola che si fa carne e sofferenza, errore e resurrezione. Tormento e estasi.
Questo era Franco, fratello di tanti fratelli, che una parte della Chiesa particolare ha osteggiato o non capito, che ha lasciato andare solo, lungo le strade impervie della mortificazione e del riscatto, della sofferenza e dell’esaltazione.
Ma Franco era sopratutto un uomo di carità e di amore, di dottrina profonda e sapienza vivente, di coraggio spavaldo e lealtà incrollabile, di cultura della vita e di pietà profonda.
Uno scrigno prezioso di grandi sentimenti e generosità, che la città di Catanzaro non ha saputo apprezzare sino in fondo e che oggi ne piange la perdita, come una parte vera del suo patrimonio di umanità e del suo esempio di vita, che sfidava i tempi dei farisei e dei mediocri, con lo sguardo lontano verso l’infinito della Fede e della Ragione, dell’umiltà e della speranza. La dove trovano pace i giusti e gli onesti e si placano tutte le miserie umane.
Grazie Franco per tutto quello che mi hai dato”. 
                                                                                         

Marcello Furriolo 
 

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