Taekwondo, Alessio campione. Anche di determinazione e umiltà

Intervista al catanzarese che ha conquistato il titolo iridato a Manchester. "Orgoglioso che la gente parli di me ma guai a farsi prendere dall'euforia. Obiettivo Olimpiadi? Si ma ora penso a tutto quello che c'è prima" LA SERA DEL TRIONFO LA FESTA IN AEROPORTO


di Maria Teresa Rotundo

Un ragazzo solare e determinato. Un Campione del Mondo entusiasta ma con i piedi per terra. Il catanzarese di Sellia Marina Simone Alessio, in partenza per Roma dove sarà impegnato con gare ed allenamenti in vista della qualificazione per le Olimpiadi di Tokio, dopo la vittoria a Manchester in Gran Bretagna dello scorso 18 maggio, nel raccontare la sua impresa in questa intervista esprime tutto il suo orgoglio e amore per il taekwondo, uno sport che gli è costato sacrifici ma che gli ha dato tanto . Non si può non congratularsi con lui e in tanti in queste settimane lo stanno facendo con stima e affetto. Oggi pomeriggio lo abbiamo incontrato nella Gioielleria Megna del quartiere Lido di Catanzaro, dove i fratelli Megna hanno voluto esprimere riconoscenza al giovane con un omaggio. Un gesto fatto a nome di tutta la collettività, orgogliosa di un campione che certamente farà tanta strada. 

Simone, quanto è cambiata la tua vita dal giorno in cui sei diventato Campione del Mondo? 

La mia vita è cambiata, certo, questa vittoria è stata per me il raggiungimento di un traguardo personale e non solo. Sono orgoglioso che la gente parli di me, che dica che sono calabrese, catanzarese e selliese. Quando mi incontrano per strada mi riconoscono in tanti e tutti mi esprimono il loro affetto. È cambiata anche la mia vita da sportivo, ora sono il Campione del Mondo e devo impegnarmi molto e fare del mio meglio, questo è per me un grande risultato ma voglio che sia il primo non l’ultimo, voglio restare concentrato, con i piedi per terra senza lasciarmi prendere dall’euforia del momento. 

Il giorno della vittoria sarà per te indimenticabile, qual è stato il momento più emozionante? 

Quando il tabellone ha decretato la fine dell’incontro, è stato questo il momento più emozionante, mi sono inginocchiato a terra e ho pensato che finalmente ce l’avevo fatta. Credo sia un’emozione che si prova poche volte nella vita ed io mi auguro di poter gioire così altre volte ancora. 

La passione da sola non basta, per arrivare su quel podio hai fatto tanti sacrifici ma alla fine sei stato ripagato con una grande vittoria, verrebbe da dire che se i risultati sono questi vale proprio la pena impegnarsi… 

Si, ho dovuto lavorare sodo, conciliare lo studio con gli allenamenti del gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco del maestro Francesco La Face. Ho dovuto viaggiare molto per partecipare alle gare, insomma è stato un periodo molto intenso in cui ho avuto la costante vicinanza della mia famiglia che mi sopporta e mi supporta. Spesso ho dovuto rinunciare alle uscite con gli amici ma ho sentito la loro vicinanza sempre, prima della gara e dopo. Non posso dire il contrario, i sacrifici sono stati tanti, ma se i risultati sono questi non vedo proprio l’ora di iniziare a farli nuovamente.

La tua è una grande passione per il taekwondo, quando è iniziata? 

Ho iniziato questa disciplina all’età di 5 anni e la passione è cresciuta negli anni allenandomi e combattendo. Per me il teakwondo è tutto, è un motivo di orgoglio e praticare questo sport mi fa sentire bene con me stesso. Con impegno e passione sono riuscito a partecipare a due Mondiali Cadetti Junior, in Azerbaigian nel 2014 e in Canada nel 2016 e dopo tanti sacrifici quest’anno ho vinto il Mondiale Senior, più difficile rispetto ai precedenti. 

Il tuo è stato un percorso lungo, impegnativo ma bello e per questo non ti fermerai di certo qui, puoi dirci qual è il tuo prossimo obiettivo? 

Le Olimpiadi! Ma non voglio fare il passo più lungo della gamba. Non devo pensare alle Olimpiadi ma a tutto quello che c’è prima. Ci sono tante tappe che dovrò superare ancora, ma cercherò di fare sempre bene con lo sguardo, ovviamente, rivolto a Tokio.