Teatro Masciari Catanzaro: nulla cambia ma doppio errore nel 2011

Il Comune ha in atto una trattativa con la proprietà per l’acquisizione e l’inserimento del progetto in Agenda Urbana COMUNE CONDANNATO A PAGARE 4 MILIONI


Di Giulia Zampina

Nulla cambia per il destino del Teatro Masciari che diventerà patrimonio dell’Amministrazione Comunale attraverso il progetto previsto in Agenda Urbana per l’acquisizione e riqualificazione dell’immobile. Il Comune ha già in atto una trattativa con la famiglia e il percorso giudiziario è un fatto tecnico ormai avviato che deve trovare conclusione nello stesso modo in cui è iniziato.

Il doppio errore del 2011. L’acquisizione del 2011, voluta in fretta e furia ad urne aperte come ultimo atto dell’amministrazione Olivo, era stata al centro di molte polemichee e questo aveva dato il via ad un iter giudiziario scaturito in una sentenza prima e in una udienza sull’inibitoria, a seguito del pronunciamento del giudice, tenutasi nei giorni scorsi e aggiornata al prossimo 25 giugno . L’amministrazione subentrante si era trovato a dover onorare un contratto senza averne al momento le possibilità economiche. Ciò che di interessante emerge dal dettaglio della sentenza è che il fatto di aver inserito un progetto in un programma di finanziamento, come era stato nel 2011, non autorizza il capo della giunta comunale a firmare contratti, stabilendo dunque, ancora una volta che sono valide ed efficaci solo le deliberazioni che abbiano necessaria copertura finanziaria. In sostanza dunque, nella fattispecie, la formalizzazione dell’impegno di spesa avrebbe dovuto avvenire, scrivono i giudici, in occasione del verificarsi della condizione di certezza del finanziamento regionale. Ma, per quanto riguarda poi il mancato finanziamento della Regione Calabria, la sentenza è chiara. La circostanza si era verificata solo per il dietro front dell’amministrazione entrante che da Pisu aveva stralciato il progetto riguardante il Masciari e questo ha determinato, secondo i magistrati, una elusione palese degli obblighi assunti dal Comune nel momento in cui aveva firmato un contratto preliminare. Insomma un pasticcio che si è consumato nel passaggio tra un’amministrazione ed un’altra.

Da un lato la fretta di concludere un atto in piedi dal 2009, dall’altra la fretta di stracciare tutto ciò che i predecessori avevano fatto accecati forse dalla voglia di dare un imprimatur politico ad una questione amministrativa il cui cattivo esito ha rischiato di danneggiare l’intera comunità.