LA RIFLESSIONE-Un modo nuovo di concepire il centro storico 

A margine di un weekend diverso nel centro storico di Catanzaro  

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    Di Antonio Ludovico *

    Vitalità, calore umano, partecipazione non appaiono più concetti astratti, ma assumono veste concreta e lo vedi dalla faccia sorridente della gente; la propensione dei nostri concittadini non è (per fortuna) quella di passeggiare in macchina con il gomito appoggiato sul finestrino, ma di camminare a piedi, possibilmente senza l’ingombro delle autovetture e dei nocivi gas di scarico; non è vero che il catanzarese è pigro e preferisce stare a casa a vedere la televisione: sarebbe sufficiente dargli un minimo di programmazione ed una efficienza nei servizi; non è vero che il catanzarese non spende: gli devi offrire un prodotto valido e, possibilmente, a buon mercato; ma soprattutto, non è vero che non ama il centro storico: è vero che lo trova sciatto e poco servito. Sarebbe bello se tutti noi ci riappropriassimo di un luogo che tanta storia ha avuto nel tessuto cittadino, ma – ahimè- la politica ci deve dare una mano, deve sforzarsi per rendere più attraente un posto che sembra poco curato, deve programmare, deve impegnarsi per trovare soluzioni che rendano piacevole stare insieme su e giù per il nostro amato Corso, naturalmente a piedi; senza che ciò comporti soste selvagge di automobilisti maleducati, file interminabili di dissuasori, fioriere dal discutibile gusto estetico, strisce blu che terrorizzano i residenti e non. Così come è organizzata la viabilità su Corso Mazzini sembra un implicito invito a non metterci piede, un tranello ricco di insidie e trabocchetti, un dispiacere per gli occhi, forse anche una mancanza di rispetto per chi investe ingenti risorse. I cittadini si sentono defraudati di un luogo che sentivano loro, che aveva un’anima, che traboccava di vitalità, che frequentavano con piacere. E che, con le giuste occasioni- come quella della pizza dello scorso weekend- riempiono con gioia e partecipazione. Sarebbe bello se tutti noi, politica in primis, ci impegnassimo a renderlo più fruibile, più bello, senza l’ingombro delle macchine. Ma so per certo che questo dato, per quanto della massima importanza, non sarebbe ora sufficiente, perché dovremmo rendere il nostro salotto principale più ricco, conferendogli quel gusto estetico che da un po’ di tempo ha irrimediabilmente perso, magari eliminando tutto quel grigio che appanna gli occhi, montando panchine colorate, tavolini all’aperto,aiuole, fontane, eliminando le barriere architettoniche, promuovendo un serio regolamento che preveda obblighi e vantaggi a favore di chi investe nel bello. Si potrebbero inoltre, riempire alcuni angoli con delle sculture, in modo tale da renderli più suggestivi, si potrebbero incentivare le attività commerciali a migliorare le proprie vetrine e si potrebbero organizzare ogni fine settimana delle serate a tema, culturale o gastronomico. Di tutte le attività umane, nessuna è inutile e potenzialmente distruttiva come cercare di prevedere il futuro, ma se non si prendono seri provvedimenti, è facile prevedere che questa città non regalerà mai un futuro degno ai propri figli. I quali, senza battere ciglio, partiranno per luoghi lontani e non torneranno più. Sarebbe bello se una politica accorta e lungimirante evitasse tutto ciò.
    *avvocato

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