‘Il generale Dalla Chiesa e il suo eroismo non sovrumano’

Un giovane che ha svolto il tema della Maturità scrive alle figlie di Carlo Alberto Dalla Chiesa  SIMONA DALLA CHIESA: PAPA' AMAVA I GIOVANI

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    Riceviamo e pubblichiamo

    Signore Rita e Simona Dalla Chiesa,
    Sono Antonio Cocerio uno studente del Liceo Classico Galluppi di Catanzaro. Oggi, insieme ad oltre 500mila studenti, ho affrontato la prima prova dell’esame di maturità. È inutile e superfluo raccontare dell’ansia che provavo prima di conoscere la natura delle tracce. Ero un concentrato di dubbi e angoscia, ma questi sentimenti si sono dissipati appena ho letto il nome di vostro padre sulla penultima traccia del documento. Leggendo l’estratto del discorso del Prefetto Viana, per la commemorazione del trentennale della strage, ho capito che avevo qualcosa da dire, che avevo un mio punto di vista da argomentare. La penna su quel foglio si muoveva svelta e disinibita. Ho scritto 7 pagine e mezzo, ma avrei voluto aggiungere molte altre cose. Ho parlato dell’integrità morale di vostro padre, che incarnava perfettamente quel senso di disciplina e onore che l’art. 54 della Costituzione impone ai funzionari statali.
    Ho parlato del suo metodo di lavoro: a contatto con la gente e immerso nelle realtà territoriali, dove opponeva il coraggio e la volontà alle intimidazioni e all’omertà. Ho paragonato il sacrificio di vostro padre a quello della protagonista della tragedia sofoclea Antigone. Entrambi hanno seguito una legge morale che li ha portati ad avere come obiettivo il perenne perseguimento del bene e della “IUSTITIA”. Giustizia che entra in contrasto con gli editti e le gesta di gente tirannica e dispotica. Ho insistito fortemente sul ruolo di noi giovani nel contrasto e nella lotta a questo male profondamente radicato nel nostro territorio, la criminalità organizzata. Dobbiamo abbandonare l’apatia e la rassegnazione ed iniziare a lottare per un nuovo futuro per la nostra terra. Una terra martoriata che ha bisogno di uscire da quei binari consolidati nel tempo dell’ingiustizia, dell’oppressione e dell’illegalità. Qualche anno fa ho avuto la fortuna di partecipare ad una conferenza con Simona Dalla Chiesa.Lei ci ha permesso di vedere, attraverso le sue parole, la sfera privata e personale di questo grande Uomo, spogliato della sua divisa e dei suoi alamari. Mi ha fatto capire che le sue gesta di eroismo non erano sovrumane, ma possono essere radicate in ognuno di noi. Non bisogna essere Prefetti, Magistrati o uomini delle Forze dell’Ordine per dare un contributo, ma basta avere dentro di sé una stella polare che ci indichi gli alienabili principi di giustizia, legalità e uguaglianza.
    Non so come è andato il compito, non so quale voto prenderò, ma vi posso assicurare che sono orgoglioso e soddisfatto di aver potuto parlare del grandissimo uomo di Stato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, al mio esame di maturità.
    Un caro Saluto
     

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