L’Asp paga le spettanze agli Oss di Home Care Premium

Determinante - è proprio il termine adatto – la spinta dei 15 operatori sociosanitari che, davanti alla porta della Direzione generale dell’Asp di Catanzaro

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    Alla fine la determina è venuta fuori, è stata firmata e affissa all’albo pretorio. Determinante – è proprio il termine adatto – la spinta dei 15 operatori sociosanitari che, davanti alla porta della Direzione generale dell’Asp di Catanzaro, minacciavano di non sciogliere il presidio fino a quando le loro aspettative, ancorché minimali, non sarebbero state soddisfatte.

    Ma andiamo per ordine, si fa per dire. L’Inps da qualche anno bandisce l’Home Care Premium, progetto di prestazioni di assistenza domiciliare che si rivolgono alle persone non autosufficienti, con l’obiettivo di intervenire sulla loro sfera socio-assistenziale e prevenirne il decadimento cognitivo. I beneficiari hanno diritto – citiamo dal sito dell’Istituto -: a un contributo economico (prestazione prevalente) finalizzato al rimborso della spesa sostenuta per l’assistente domiciliare assunto con contratto di lavoro domestico; a servizi di assistenza alla persona (prestazioni integrative) erogati dagli ambiti territoriali o da enti convenzionati con l’Istituto, previa accettazione del piano socio-assistenziale.                                                         

    I 15 Oss in attesa di determina fanno parte di questa seconda opzione. Lavorano, attraverso la convenzione firmata tra Asp, Comune di Catanzaro e Cooperativa Multiservizi, dal 2016. «Il disagio retributivo – ci dice Concetta Esposito, una delle operatrici – lo abbiamo sempre avuto, ma nell’ultimo periodo si è aggravato: nonostante le proteste siamo fermi ad agosto 2018. Abbiamo finito le risorse, il progetto è scaduto il 30 giugno, stiamo aspettando una firma su una determina dirigenziale dal 10 giugno che ci garantirà le spettanze da settembre a dicembre 2018. Nonostante tutto abbiamo continuato a lavorare, con i nostri mezzi, quindi anche anticipando spese, continuato a erogare servizi. Le figure base sono state regolarmente retribuite, attraverso il filo diretto Inps – famiglie, alle integrative nulla». Il colloquio si è svolto intorno alle 11 e trenta. Gli operatori, 13 donne e due uomini, aspettavano ancora una volta, come si è più volte ripetuto nelle ultime settimane, di essere ricevuti da qualche dirigente. Non li ha ricevuti nessuno, ma ciò che importa è che la determina intorno all’una è uscita firmata dalle stanze. Un po’ di ossigeno. Ma rimane l’incertezza per il futuro. La convenzione con la cooperativa non è stata rinnovata, il Comune non ne ha intenzione, l’Asp, ancora in arretrato di 6 mesi, non ha aderito al nuovo progetto. Che ha goduto di buona stampa e di convegni appositi per magnificarne obiettivi e virtù. Ma, al momento, risultano in bilancio quindici posti di lavoro in meno, un numero notevole di non autosufficienti senza integrazione di sostegno, famiglie prive dell’appoggio materiale e morale di figure a ciò formate.  

    R.N.

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