Nuovi distintivi della Polizia presentati a Catanzaro (VIDEO)

Contemporaneamente in tutta Italia. Non sono solo un’operazione di immagine ma un rinnovo sostanziale dell’essere poliziotti, sempre più vicini alla gente.

Più informazioni su


    di Giulia Zampina
    Nuovi distintivi che non sono solo un’operazione di immagine ma un rinnovo sostanziale dell’essere poliziotti, sempre più vicini alla gente. Così come volle la legge 121 del 1981 che ridisegnò lo status giuridico segnandone il distacco dal mondo militare. Senza dimenticare fu quella stessa legge ad aprire la Polizia alle donne.
    Una conquista che oggi il Prefetto Gabrielli ha voluto suggellare attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa. E così oggi anche il Questore di Catanzaro, Amalia di Ruocco, insieme ad una rappresentanza di dirigenti, funzionari e agenti, ha voluto rendere noto come dalle 7 di oggi le divise abbiano cambiato aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica, disegnati dall’esperto di araldica professor Michele D’Andrea. Ad accomunare passato e presente l’immagine, rivisitata stilisticamente, dell’aquila, emblema dell’Istituzione che, quest’anno, compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919. 

    Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monogramma RI in petto. L’aquila, che sarà presente in tutti i distintivi di qualifica, dall’Agente al Dirigente Generale, continua ad esprimere il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà.
    Compaiono, invece, per la prima volta, a caratterizzare le diverse qualifiche: il plinto araldico, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso che rappresenta la struttura portante di un edificio, per gli agenti e gli assistenti; il rombo dorato, con il suo profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia simbolo del dinamismo operativo temperato dall’esperienza, per i sovrintendenti; la formella, alto esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all’eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese, per i funzionari. 

    I distintivi, uguali per tutti i ruoli, differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali, attraverso il diverso colore delle mostreggiature.
    Nell’occasione, il questore di Catanzaro, ha anche presentato due dei tre nuovi dirigenti che da qualche mese hanno preso la guida di due divisioni, rimaste libere dopo i trasferimenti stabiliti dai Cda. Antonio Caliò, al momento il più giovane dei dirigenti, alla guida dalla Digos e Antonio Turi, che è a capo della divisone anticrimine. Giacarlo Consoli, ha invece preso il comando della divisone Pasi.

    Più informazioni su