Maria di Porto Salvo: la nascita della chiesa, devozione alla Madonna foto

Ripercorriamo un po' di storia per la festa religiosa nel quartiere Lido. 

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    di Elisa Giovene

    L’antico villaggio della “Marina” di Catanzaro viene rappresentato, intorno all’anno 1600, come una terra formata prevalentemente da acquitrini, racchiusa fra i fiumi Corace e Fiumarella. Pochi i casolari esistenti, la popolazione altrettanto scarsa, con qualche raro frantoio situato nelle adiacenze. In questo semplice contesto era stata edificata nel 1623 una piccola Chiesetta ( prima una semplice edicola forse dipinta da un vagabondo errante) difronte l’antica Torre di Guardia, ad opera del nobile catanzarese Antonio de Paula e fu dedicata alla Vergine S.S. Maria di Porto Salvo patrona dei marinai. La Chiesetta, fu attiva per quasi 150 anni e fu l’unico punto di aggregazione di quella parte di territorio, antecedentemente infatti, gli abitanti del loco usufruivano delle vicine Chiese per svolgere le varie funzioni religiose, come matrimoni, battesimi e quant’altro. Soltanto nel 1783 i sacerdoti che s’insediarono nella piccola Chiesa, ebbero cura di istituire dei registri parrocchiali e fu così che si ebbe anche contezza della popolazione ivi esistente. L’area in possesso dei de Paula, venne poi ereditata dalla nobile famiglia de Cumis ( la famiglia de Paula fu costretta ad abbandonare il fondo Virghello per non aver ottemperato un debito) . I de Cumis fecero edificare un “casino” nei pressi della piccola Chiesa, ma, con il tempo, il forte odore dei defunti che venivano sepolti nella Chiesa e l’affluenza degli abitanti che vi si recavano quasi quotidianamente, disturbavano la loro quiete specie nei mesi estivi, tanto che chiesero alle autorità competenti la possibilità di erigere una nuova Chiesa. Ad accelerare tali intenzioni, fu il terremoto del 1783, dopo tale avvenimento dai paesi limitrofi e dallo stesso centro della città, molte furono le persone che vi si trasferirono, cercando ricovero e lavoro ed aumentando cosi considerevolmente la popolazione dell’abitato. Il desiderio dei de Cumis, fu però attuato dopo ben sei anni dal terremoto e soltanto nel 1789 fu edificata la nuova Chiesa, ove è tutt’ora ubicata, dedicandola sempre alla S.S. Vergine di Porto Salvo. Primariamente, la Chiesa che venne edificata, aveva l’ingresso principale “lato mare”, un altro ingresso era stato predisposto lateralmente ed un altro ancora era per la “stanza” del parroco. La Chiesa fu dotata di campanile, anche se non munito di campana che fu successivamente donata dalla Chiesa di “Simari”.

     

    Una breve parentesi per dire che la suddetta Chiesa negli anni successivi e precisamente tra l’ottobre del ’41 ed il luglio del ’43, fu oggetto delle incursioni aeree e venne fortemente danneggiata, tanto che le funzioni religiose venivano svolte nel Salone dell’asilo infantile delle Suore. Solo dopo alcuni anni si poté correre ai “ripari” avendo raccolto i fondi necessari, in quel mentre si pensò quindi di riedificarla piuttosto che ristrutturarla. Tornando alla forte devozione che i pescatori avevano per la Vergine S.S. Maria di Porto Salvo, si può dire che fu per loro un primario punto cardine, tanto che non mancarono di dedicare un barcone proprio a suo nome, inoltre, veniva tradizionalmente “onorata” con una processione “via terra” ed a questa si aggiungeva anche quella “via mare”, come del resto accade tuttora. Come raccontato da alcuni anziani pescatori, la Santa Vergine veniva deposta su di un barcone che faceva il giro della costa sino alla Roccelletta ( la costa di Giovino all’epoca non era ancora compresa), le barche, rigorosamente tutte in legno seguivano il corteo e quella depositaria della Madonna si avvicinava alla riva per far si che i fedeli, in tantissimi sulla spiaggia, donassero la propria offerta in danaro che veniva apposta sull’abito della Vergine ricoprendolo interamente. I pescatori si adoperavano per i festeggiamenti, erano loro ad occuparsi di tutto in collaborazione con la parrocchia, durante l’anno raccoglievano le offerte, che dialettalmente venivano indicate con il nome di “a parta” ( a significare “messa da parte”), il ricavato era interamente destinato alla festa della Madonna di Porto Salvo. I festeggiamenti non erano meramente religiosi e quelli “civili” erano altresì motivo di grande interesse ed entusiasmo per l’intero quartiere. Numerose le “bancarelle” allestite con i tradizionali biscotti di pasta e miele e svariate le leccornie esposte, vari i giochi eseguiti come ad esempio “l’albero della cuccagna” costituito da un palo dove vi si doveva arrampicare per recuperare i doni che erano stati appesi, per lo più si trattava di prodotti locali come salcicce, vino e formaggi. Inoltre, venivano organizzate gare di nuoto ed eventi musicali con “bande” provenienti anche dai paesi limitrofi. Anche in passato il momento clou era comunque rappresentato da uno spettacolo pirotecnico che durava quasi un’ora, raccogliendo sempre un gran numero di persone ad ammirarlo. La festa, era la “festa dei marinai”, unitamente alla forte devozione per la Madonna che nel corso degli anni ha avuto momenti di grande religiosità e preghiera con episodi come ad esempio quello accaduto il 3 settembre del 1966. Si racconta, infatti, che due giovani ragazzi, Alessio e Roberto si allontanarono in canotto dalla spiaggia di Copanello, ma le avverse condizioni del mare fecero sì che trascorsero tutta la notte in balia delle onde. Le svariate ricerche effettuate furono vane e dei due ragazzi non vi fu traccia. Molti accorsero in Chiesa per pregare la Madonna e gli stessi ragazzi durante la pericolosa traversata si affidarono a Lei, protettrice dei pescatori. Al mattino seguente, il canotto sbarcò sulla spiaggia del quartiere Lido e si gridò “al miracolo”, la Madonnina li aveva salvati. Questo ed altri episodi vengono narrati, in virtù di ciò i pescatori non mancarono mai di onorarla, una venerazione che nel tempo ha sempre rappresentato per il quartiere Lido una sentita tradizione religiosa che tuttora vive negli animi e nel cuore di tutti i “marinoti”.

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