Depuratore, le imprese revocate disposte ancora a realizzare impianto

Tirate in ballo dal sindaco le ditte a cui è stato tolto l’appalto si difendono e rilanciano

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    di Giulia Zampina

    Non ci stanno le imprese che avrebbero dovuto realizzare quell’impianto di depurazione con il sistema di bollettazione e che noi ha mai visto la luce. Non ci stanno a caricarsi addosso la responsabilità del non realizzato e la croce dei problemi atavici della depurazione a Catanzaro. Tirati in ballo dal sindaco, gli imprenditori , tramite il loro legale Salvatore Galluzzo, che ha ricostruito l’intera vicenda iniziata nel 2013 e che sei anni dopo ha un solo finale, Catanzaro non avrà il doppio impianto di depurazione, ma non ne avrà neanche uno nuovo, poiché il Comune ha proceduto alla revoca, adducendo come motivazione che le imprese non avessero presentato il progetto, quando in realtà, pur giusto in punta di diritto, è stata la capogruppo a non presentare il progetto poiché intanto tra le imprese era nato un contrasto, alimentato, secondo il legale, che il Comune abbia scelto di fare una gara a perimetro variabile. La scelta che avrebbe tutelato l’interesse pubblico , considerato per altro che c’era un unico concorrente, era mantenere la compagine di imprese che avrebbe potuto realizzare l’impianto in project financing, non caricando di eccessivo potere, anche rappresentativo, la ditta che, secondo la richiesta progettuale del Comune, con la gara così come era stata concepita, non aveva più nulla da fare. Ma la vera notizia arriva alla fine da parte del legale. Le ditte catanzaresi oggi, se il Comune revocasse la revoca, sarebbero disposte, con Cisaf capogruppo ,a costruire a Catanzaro quel tanto agognato impianto di depurazione lì dove l’amministrazione lo voleva, al Corace. Il progetto esiste ed in tre anni il capoluogo di regione potrebbe finalmente avere depuratore e reti nuove.

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