Tiriolo, 3 consiglieri di minoranza si dimettono

Costretti a rassegnare le dimissioni da consiglieri comunali perchè 'privati della possibilità di adempiere al nostro ruolo liberamente'


Costretti a rassegnare le dimissioni da consiglieri comunali perchè “privati della possibilità di adempiere al nostro ruolo liberamente e con le opportune tutele e garanzie da parte delle istituzioni”. In una lettera protocollata e inviata al  segretario generale e per conoscenza al sindaco di Tiriolo e al Prefetto di Catanzaro, i consiglieri di minoranza Fiorella Cannatà, Antonio Fabiano e Giuseppe Lucente spiegano i motivi della loro scelta detta da una serie di eventi verificatasi dal 2016 ad oggi.

“Fin dall’insediamento – raccontano – sono state tante quelle che potremmo definire le stranezze dell’amministrazione Greco. A partire dalla mancata valorizzazione della parità di genere all’interno della giunta fino ad arrivare, negli ultimi tre anni, al caso dell’Ecomuseo “Fortezza Monte”. Una struttura realizzata con un finanziamento pubblico regionale che, all’indomani del “passaggio del testimone”, è stato chiuso al pubblico e versa nell’abbandono totale. Vane sono risultate le nostre segnalazioni alla Regione Calabria che avrebbe dovuto vigilare sul rispetto degli impegni assunti. Per non parlare dell’abitudine di convocare i Consigli Comunali in ore mattutine e lavorative o delle mancate convocazioni di Consigli richiesti, uno fra tutti quello per discutere sulle bollette dei ruoli dell’acqua inviate ai contribuenti con dati presuntivi per cui abbiamo anche chiesto l’intervento del Codacons. E ancora  tutte le interrogazioni rivolte all’Ente a cui non abbiamo ricevuto alcuna risposta o a quelle indirizzate all’Ufficio della Prefettura di Catanzaro dove siamo stati ricevuti solo lo scorso aprile dopo innumerevoli richieste”.

Cannatà, Fabiano e Lucente attaccano duramente il sindaco: “Con un decreto a sua firma – continuano – per ovviare alla mancanza di agenti di Polizia Municipale, ha nominato quali ausiliari del traffico degli operai comunali che, dalle loro mansioni ordinarie come lo sfalcio dell’erba, si sono ritrovati a verbalizzare numerose multe per infrazione al codice della strada”. I tre consiglieri parlano anche di un uso “esclusivo” dei Musei Civici e del Parco Archeologico: “Il sindaco, tramite assegnazione diretta, ha stipulato una convenzione con una cooperativa che non presenta i requisiti richiesti dalla legge e a cui sono stati affidati beni pubblici gestiti con scopo di lucro e da cui il Comune non trae alcun riscontro economico, anzi si trova a pagare tutte le spese vive”.

Infine, in merito alla gestione finanziaria dell’ente, affermano che “da una ricognizione effettuata a seguito di una nostra richiesta, sono risultate fatture prive di copertura finanziaria, spese effettuate che costituiscono debiti fuori bilancio ed imputabili ad esercizi finanziari anche precedenti, tali da far presumere che lo scorso bilancio consuntivo sia falsato sia nella forma che nella sostanza”. Da qui la scelta delle dimissioni: “Non ci permettono di garantire risposte alle aspettative dei nostri 1150 elettori. Il nostro ruolo è stato più volte leso, sminuito e minimizzato, sia dall’amministrazione in carica che dalle istituzioni con cui abbiamo più volte cercato di interloquire”.