Nel ricordo di un amico, una gara che ‘vale una vittoria’ foto

L'idea di un avvocato: correre e destinare una borsa di studio in memoria di Sità

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    Spesso sentiamo dire che la vita sceglie per noi sicchè nulla possiamo rispetto agli eventi che si impongono e che cambiano il corso della nostra esistenza. Talvolta questa condizione si avvera e ci impedisce di esprimere tutta la nostra vitalità. Eppure sta a noi decidere come risollevarci, facendo leva sulla nostra forza di volontà, anche e soprattutto nei momenti più cupi. Mi è bastato pensare, tra gli altri avvenimenti che mi hanno abbattuto, alla malattia che ha spento la vita di un caro amico per comprendere quale potenziale è dato a chi ha la grande fortuna di potere ancora scegliere come orientare la propria volontà. Si può dunque imprimere una accelerazione e dare sfogo ai propri istinti per prevalere sugli altri, affermando una idea di successo che magari gratifica dal punto di vista materiale, oppure si può rallentare il passo, dando spazio all’ascolto, come sapeva fare il compianto collega avvocato Antonio Sità, la cui generosità, ancora oggi, evoca un concetto di vittoria poco convenzionale ma molto esaltante: quello di chi sa comprendere i bisogni altrui, riuscendo così a raccogliere le sfide quotidiane senza la presunzione di avere sempre la risposta giusta ma adoperandosi, col suo sapere ed i suoi talenti, per conseguire obiettivi comuni, in una logica di condivisione che vuole dire fare squadra. Capita anche nell’ambito sportivo di ricevere l’aiuto di un compagno che ti assiste in vista del traguardo, invitandoti a non mollare anche nel momento di crisi; cosa ancora più speciale quando l’incoraggiamento giunge da un “rivale”, con uno slancio di generosità che proietta verso un mondo migliore dal quale Tony ieri osservava compiaciuto l’atleta ben più dotato, Palmerino della hobby marathon, il cui spirito di competizione, esaltato dal progresso dell’altro, lo portava ad accompagnarmi nel percorso per non farmi sfuggire l’ambita meta. Ciò che è accaduto ieri durante la gara podistica cui ho inteso partecipare a Mileto (in compagnia della mia squadra atletica Zarapoti) appositamente per commemorare il collega ed amico a distanza di quattro anni dalla sua morte, presente anche il fratello Alessandro Sità che ha gustato il frangente e la passione di chi scrive, utile a lanciare l’appello che segue. Bene, credo che l’esempio di vita del collega e amico scomparso, la cui umanità ha fatto da felice sponda per tutta l’avvocatura catanzarese nei vent’anni di professione che il buon Dio gli ha concesso di esercitare, sia una bella sfida che il nuovo consiglio dell’ordine degli avvocati di Catanzaro potrebbe raccogliere. Ed allora il mio suggerimento, è quello di ricordare la figura di un avvocato retto ed operoso, che di strada ne ha fatto molta spianandola a tutti noi, la cui esistenza improntata a principi cristiani può ben incarnare la figura di professionista vincente, quello cioè che sa condurre al traguardo il proprio assistito (alla stregua di un “compagno di squadra”) nobilitando così il lavoro svolto e l’impegno profuso per portarlo a compimento. Tanto perché soprattutto le nuove generazioni possano trarre spunto da questo esempio per orientare i propri convincimenti e far crescere in tal modo la comunità tutta.

    Ed è per questo che rivolgo qui il mio invito al Presidente neo eletto del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, avvocato Antonello Talerico, la cui sensibilità è pari a quella di chi lo ha ottimamente preceduto nell’alto compito (e che peraltro voleva un gran bene al nostro Tony), affinchè voglia portare all’attenzione dei consiglieri la proposta mia e di Alessandro Sità di istituire, anche di concerto con l’istituzione accademica, una borsa di studio per giovani meritevoli che intendano accedere alla facoltà di giurisprudenza e non posseggano i mezzi adeguati per poi affrontare la professione. Ciò all’esito di una gara podistica da svolgere a Catanzaro, col patrocinio dell’Ordine ed in concomitanza con la ricorrenza della scomparsa (24 agosto 2015) del defunto collega, che amava praticare lo sport, di modo da far riscoprire anche la bellezza dei nostri luoghi (insieme a quella dell’anima dell’avvocatura), senza trascurare il passaggio dinnanzi ai vari uffici giudiziari durante un percorso per l’elaborazione del quale l’atletica Zarapoti ha già aderito all’iniziativa nella persona del suo presidente Antonio Cardamone, così come sono certo farà l’amministrazione comunale per quanto di competenza. In questo modo credo potrà essere degnamente onorato il ricordo di un uomo che ha avuto il merito di lasciare un segno indelebile nella sua comunità ove riecheggia ancora l’eco della sua grande bontà e signorilità. Questa sarà una vittoria per tutta la città!

    Massimo Nunnari

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