Chiusura convento cappuccini? Sarebbe una ferita per Catanzaro

"Accademia dei Bronzi", uno dei più noti sodalizi culturali della città chiede intervento della soprintendenza

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    “Non sappiamo se siano vere le voci sulla paventata chiusura del Convento dei Cappuccini annesso alla Chiesa del Monte dei Morti, ma quanto letto di recente sugli organi di stampa c’induce ad una seria riflessione e preoccupazione perché la presenza dei frati cappuccini in città è stata nei secoli – e lo è ancor di più oggi – una presenza importante ed insostituibile, ma soprattutto una presenza voluta fortemente dai catan-zaresi che hanno sempre sostenuto le opere di carità dei frati”.
    È quanto scrive Vincenzo Ursini, presidente dell’ «Accademia dei Bronzi», uno dei più noti sodalizi culturali della città.

    “Non siamo a conoscenza di atti ufficiali o di motivazioni (religiose, gestionali?) che potrebbero aver indotto l’Ordine dei Cappuccini a chiudere il convento, ma è certo che tale decisione, se realizzata, produrrà una inevitabile “ferita” per il popolo catan-zarese.
    Basta ricordate che i padri cappuccini – prosegue Ursini – sono da diversi secoli i custodi del patrimonio spirituale, artistico, architettonico e storico della città e del com-prensorio in quanto punto di riferimento costante di ogni ceto sociale, soprattutto di quello più povero ed emarginato, tanto da diventare “centro e cuore di tutti i cittadini”.
    “Durante le immancabili soppressioni i frati non si sono mai allontanati dalla città perché accolti nel palazzo vescovile i cui alti prelati hanno offerto loro una parte di esso per adibirlo a conventino in modo che il popolo catanzarese avesse sempre una importante sorgente di consolazione e di ristoro dell’anima e del corpo”.
    E che dire poi degli esempi di santità offerti da religiosi eccezionali per cultura e per sapienza evangelica (grandi predicatori, grandi benefattori) che “ricevevano” dal po-polo per donarlo alle fasce più povere. Tra gli illustri cappuccini predicatori di Catanzaro ricordiamo padre Bonaventura Aierbis de Aragona, padre Egidio De Nobili, padre Ludovico da Catanzaro (1605), padre Vincenzo da Catanzaro del famoso casato dei Landa. Ma sono decine.

    “I cappuccini della Chiesa del Monte possono andare ovunque, ma riteniamo che i catanzaresi – continua Ursini – non debbano privarsi del loro prezioso patrimonio (come paramenti sacri e tessuti di origine tipicamente catanzarese e i famosi damaschi cremisi del ‘600) opera di nostri valenti tessitori. Nel patrimonio del convento c’è la nostra storia di cui noi non vogliamo privarci. Ecco perchè – chiusura o no – invitiamo le istituzioni pubbliche a schierarsi apertamente contro la chiusura del Convento e la Soprintendenza regionale a vigilare e ad individuare quelle opere settoriali che devono rimanere, comunque, in questo luogo. Senza contare i doni votivi in metalli preziosi e lignei offerti dai fedeli nel corso dei secoli”.
    Lo storico Alfonso Frangipane nel suo libro del 1938 annoverava la Chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia, tra i monumenti d’interesse storico-artistico. L’intervento della Soprintendenza è, a nostro avviso, assolutamente urgente per evitare che un così alto patrimonio venga trasferito in altre sedi lontane dalla città”.

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