Vertenza Suem 118, Cgil Medici: Mancato appeal? Colpa della direzione

E’ da mesi, infatti, che i Servizi che gestiscono il personale medico convenzionato afferente al SUEM 118, rifuggono da qualsiasi assunzione di responsabilità relativamente alla vertenza che vede contrapposta la scrivente organizzazione sindacale all’ASP di Catanzaro

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    Bene ha fatto, nei giorni scorsi, il Direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza dell’area centro, a lanciare l’allarme sulla carenza di personale, in particolare medico, che affligge, ormai da tempo, il SUEM 118 nell’ASP di Catanzaro, in quanto attività non più “appetibile”. Il Direttore ha, però, omesso di dire che parte della responsabilità di questo mancato “appeal” del Servizio da lui diretto, ricade sulla sua stessa persona. E’ da mesi, infatti, che i Servizi che gestiscono il personale medico convenzionato afferente al SUEM 118, rifuggono da qualsiasi assunzione di responsabilità relativamente alla vertenza che vede contrapposta la scrivente organizzazione sindacale all’ASP di Catanzaro. Infatti, con decisione unilaterale, contestata da tutte le organizzazioni sindacali di categoria, la Responsabile del Servizio di gestione del personale convenzionato dell’ASP di Catanzaro ha sospeso, a far data dal primo gennaio 2019, il pagamento dell’indennità economica aggiuntiva, prevista dall’art.29 dell’Accordo Integrativo Regionale vigente da ormai 13 anni, durante le ore di riposo annuale (ferie).

    Cosa ha fatto la Direzione dipartimentale per impedire che medici con la stessa tipologia di contratto e di lavoro, afferenti peraltro allo stesso Dipartimento, vengano retribuiti in maniera diversa a seconda che prestino servizio in quel di Catanzaro, piuttosto che a Vibo Valentia o a Crotone, o per impedire che la stessa centrale operativa, che dovrebbe organizzare la risposta alle emergenze sanitarie, invece sia diventata la controparte del personale medico che si muove sul territorio? E che dire di un Dipartimento, quello regionale di tutela della salute e politiche sanitarie, che non riesce ad imporre ad una ASP ribelle, lo stesso comportamento amministrativo adottato invece dalle altre quattro aziende sanitarie provinciali.

    Evidentemente in Calabria si è già oltre il regionalismo differenziato e stiamo sperimentando un servizio sanitario non più regionale, ma addirittura aziendale. Per non parlare, infine, del comportamento alla Ponzio Pilato del Commissario ad acta, che, giusto per pulirsi la coscienza, ha convocato la sola parte pubblica senza il contraddittorio con le forze sociali, nell’ennesimo incontro inconcludente, rimandando la soluzione della vicenda a dopo l’arrivo del nuovo sub-commissario alla sanità, la Dr.ssa Crocco. Questi, come ho avuto modo di ribadire ad uno degli interessati, i fatti. Il resto sono chiacchiere, che offendono la coscienza di quei bravi medici che tutti i giorni, con il loro operato, garantiscono il diritto alla salute dei cittadini. Da parte nostra l’impegno ad aprire una vertenza sindacale, perché vengano finalmente riconosciuti i giusti diritti in termini economici, contrattuali e normativi dei lavoratori.

     Francesco Masotti (Segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari Calabria)

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