Campagna elettorale infuocata sui social, non c’è diffamazione

Il gip archivia le accuse nei confronti di sei persone, denunciate per aver messo un like su un commento offensivo prima del voto a Simeri Crichi

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    di Antonio Capria

    Un semplice like su un commento offensivo non può ritenersi equivalente al fare proprie le medesime osservazioni, e quindi non è penalmente rilevante. Con questa motivazione il gip di Catanzaro Francesca Pizii ha disposto l’archiviazione del procedimento – rigettando la relativa opposizione – avviato nei confronti di Giuseppe Palaia, Lorenzo Commisso, Orlando Cosco, Chiara Zangari, Gianfranco Gallo e Nicola Pugliese, per il reato di diffamazione. 
    La vicenda nasce dalla denuncia-querela presentata da Antonio Talarico e avente ad oggetto un post pubblicato su Facebook all’interno del profilo di una minorenne, dai toni aspri nei confronti dell’attività politica del denunciante in occasione delle ultime consultazioni elettorali per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Simeri Crichi.

    Gli indagati – difesi dagli avvocati Francesco Galeota, Antonio Abate e Pietro Mancuso – si sarebbero limitati a mettere un like su questo commento. Alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm si era opposto Talarico, tramite il suo  avvocato Franco Critelli. A sostegno della sua decisione, il gip ha richiamato quanto affermato dalla Cassazione su casi analoghi, e cioè che va operato un dovuto discrimine tra chi pubblica i contenuti offensivi e chi, invece, si limita a condividere indirettamente le ostilità di altri senza farle proprie apertamente  per il tramite dell’utilizzo di autonome e distinte espressioni offensive. Per questo non risulta sostenibile l’accusa in giudizio nei confronti degli indagati.

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