Farmaeko, dopo fallimento anche presunta truffa ai danni di creditore

Uno dei fornitori dell’azienda si oppone alla richiesta di archiviazione a carico degli indagati accusati di averlo raggirato 

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    Di Giulia Zampina 

    Secondo il sostituto procuratore Anna Chiara Reale, la posizione degli indagati per una presunta vicenda di truffa legata alla Farmaeko, società fallita, doveva essere archiviata. Così aveva scritto nella sua richiesta il magistrato lo scorso primo luglio. Motivando il tutto con la circostanza che il creditore che aveva fornito i mobili alla ditta, poteva sapere delle difficoltà finanziarie della stessa, ma nonostante ciò aveva continuato a far credito. Di tutt’altro avviso la parte offesa che, rappresentata in giudizio da Antonio Lomonaco, si è opposta alla richiesta di archiviazione. Nei fatti è accaduto che, in forza di un’antica amicizia con i parenti di uno dei soci della Farmaeko, il querelante nel 2016 ha effettuato forniture per 195.000 euro di cui è riuscito a riscuotere 70.000 euro. Dopo di che, nonostante un concordato piano di rientro, la parte offesa non sarebbe più riuscita a recuperare nulla.

    Di più. Avrebbe ingenuamente continuato a fornire materiale in forza di un legame di amicizia ma soprattutto perché completamente ignaro delle difficoltà economiche dell’azienda, del cui fallimento la parte offesa ha appreso dai giornali. Ecco perché, secondo Il legale Antonio Lomonaco, è necessario un supplemento di indagini che approfondisca gli aspetti rimasti, a detta del legale, non sufficientemente provati rispetto al presunto raggiro e truffa consumati ai danni del fornitore che fino alla fine ha agito in totale buona fede.

    Ma sopratutto il legale chiede che venga fatta un’indagine patrimoniale sui soci della Farmaeko , sul consulente che avrebbe fatto da intermediario nelle successive offerte di transazioni mai andate a buon fine e sui congiunti, al fine di soddisfare le legittime richieste del creditore.

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