Esclusione over 26 concorso polizia: nuova interrogazione Fdi

Questione portata nuovamente all’attenzione del governo da parte dei deputati Fdi Wanda Ferro, Salvatore Deidda ed Emanuele Prisco

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    La vicenda dell’esclusione di centinaia di candidati di età superiore a 26 anni dal  concorso per 1.851 allievi agenti della polizia di Stato, è stata portata nuovamente all’attenzione del governo da parte dei deputati di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, Salvatore Deidda ed Emanuele Prisco, che hanno depositato una interrogazione al ministro dell’Interno. A causa di una norma inserita nel Decreto Semplificazioni, migliaia di aspiranti allievi in attesa delle prove di idoneità fisica e psicologica si ritrovano, di fatto, “esodati” da ogni speranza di un lavoro in Polizia. Con la riformulazione dell’articolo 11, infatti, sono stati esclusi migliaia di giovani dallo scorrimento della graduatoria del concorso “893 Allievi Agenti della Polizia di Stato” del 26 maggio 2017, poiché secondo quanto dispone il decreto, non possedevano i nuovi requisiti previsti.

    “Pur volendo riconoscere che minore età e maggiore preparazione scolastica contribuiscono al prestigio del corpo della Polizia di Stato – spiegano i deputati di Fratelli d’Italia –  tali nuovi requisiti non trovano giustificazione se applicati a procedure concorsuali già in essere e se portano, come di fatto è successo, a penalizzare tutti coloro i quali hanno già ottenuto l’idoneità; tale paradossale situazione si pone palesemente in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione, che vietano qualsivoglia discriminazione e impongono il rispetto del principio di meritocrazia nell’accesso al pubblico impiego”. Anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha risposto alle numerose istanze di giustizia rivoltegli con una lettera aperta, in cui indica due vie d’uscita: «A questo punto sono due le strade possibili. Indire un nuovo concorso aperto ai candidati in possesso dei nuovi requisiti o, come espressamente richiesto dalle organizzazioni sindacali, consentire, con l’adozione di una specifica disposizione normativa, di attingere allo stesso elenco di candidati».

    La Prima Sezione Quater del TAR del Lazio si è pronunciato accogliendo l’istanza che, in via cautelare, dispone l’ammissione con riserva degli aspiranti allievi agenti esclusi allo svolgimento di nuove prove fisiche e psicoattitudinali. Tuttavia, nel decreto di avvio del corso di formazione pubblicato ad agosto 2019 non si fa menzione dei 455 idonei con riserva. Alla luce di ciò, è stato promosso un ulteriore ricorso per motivi aggiunti allo scopo di inserire finalmente in graduatoria questi ragazzi, ricorso accolto con decreto dal Presidente di sezione, ma l’Avvocatura dello Stato ha chiesto la revoca del decreto del Presidente di sezione del TAR, adducendo come motivazione la mancanza di fondi e la carenza di posti disponibili nella formazione – così connotando la vicenda di ulteriori aspetti ancora più assurdi e incoerenti, vista la precedente scelta di ampliare il personale – ma il TAR ha rigettato e confermato la data di udienza per la trattazione del merito della vicenda, per il quale si dovrà però attendere il 2020. Per questo il deputato Wanda Ferro e i colleghi Deidda e Prisco hanno chiesto al ministro “quali urgenti provvedimenti intenda adottare per risolvere tempestivamente la grave situazione, affinché le prove già effettuate da parte di tutti coloro che hanno già acquisito l’idoneità non siano rese vane dalla modifica in itinere dei requisiti di concorso, dando, pertanto, le necessarie garanzie a chi già abbia ottenuto l’idoneità”. 

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