Amc: atti di forza? Solo per garantire stipendi

L'azienda per la mobilità cittadina risponde a muso duro ad alcune accuse degli ultimi giorni

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    Atti di forza? Si, gli unici che l’Amc compie quotidianamente sono quelli  per garantire: lo stipendio ad oltre 200 lavoratori, la regolarità di servizi pubblici di primaria importanza, il mantenimento degli equilibri economico-finanziari e la sopravvivenza di una delle aziende più performanti della regione Calabria.

    L’azienda che gestisce la mobilità cittadina – si legge in una nota – non può più tacere rispetto alla pioggia di inesatezze e accuse che hanno animato i giornali sino a questo momento.

    Il management – rappresentato dall’amministratore unico, Giorgio Margiotta e dal direttore generale, Marco Correggia, presidente, altresì, dell’Asstra regionale – tiene a precisare che “l’azienda sta rispettando ciò che il consiglio comunale ha deliberato all’unanimità, prima dell’estate, per il primo step a 36 ore dei 70 dipendenti part-time e, pertanto, si rimane basiti nel leggere interventi insensati da parte di quei consiglieri che hanno votato mesi addietro la pratica.”

    Difatti, la delibera ha autorizzato l’Amc all’incremento con risorse proprie dell’azienda, non riuscendo l”amministrazione comunale a reperire  le ulteriori risorse finanziarie necessarie per il passaggio a 39 ore.

    “L’Amc – affermano Margiotta e Correggia – ha invitato gli interessati a stipulare volontariamente il passaggio a 36 ore e non si è mai tirata indietro dinanzi al successivo incremento alle 39 ore, subordinato all’acquisizione di nuovi servizi, come ad esempio, il parcheggio della cittadella regionale. ”

    “L’azienda – sottolineano l’amministratore unico e il direttore generale – è una società sana  che ha chiuso il bilancio d’esercizio con profitto e non può riavere i buchi economici creati in precendenza dalla scellerate gestioni del personale – sia con riferimento al numero delle assunzioni che all’incremento dei parametri – e, pertanto,  occorre  prestare molta attenzione per non tornare sul baratro finanziario, atteso che il costo del personale rappresenta circa l’80% dei costi totali aziendali. Per questa ragione, è stato disposto all’ufficio movimento di ridurre le prestazioni straoridnarie – sulla base del piano finanziario presentato al Comune – e, infatti, dal 16 al 25 settembre sono state effettuate soltanto 24 ore di straordinario, soprattutto legato ad attività di gestione dei parcheggi e delle navette del musofalo.”

    “E’ falso tutto quanto indicato in una nota stampa dalla Uiltrasporti – specifica il management – La mancata concessione dello straordinario non sta provocando ripercussioni sul servizio, con la soppressione delle corse e l’interruzione del trasporto pubblico – si noti l’aumento delle frequenze delle corse da Piazza Roma verso il nord della città.  Gli autisti, altresì, stanno inviando dichiarazioni di accettazione del passaggio a 36 ore, chiedendo, per esigenze personali, di poter lavorare soltanto dal lunedì al venerdì. Ma l’Amc, gestendo un’attività così importante per l’utente, come può non garantire il servizio sabato e domenica? In sostanza, quindi, le pressioni di alcuni consiglieri e di un solo sindacato sono contro i principi di efficienza che un’azienda deve perseguire e, comunque sia, siamo pronti a qualsiasi confronto ma non a lotte mediatiche sterili e inutili.”

    Il management è un fiume in piena: “Movimenti strani dei dipendenti? L’azienda sta cercando di recuperare forze lavoro in linea tra il personale  adibito ad altre mansioni o risultante nuovamente idoneo dopo opportune visite mediche. Gli uffici movimento stanno, altresì, agendo in perfetta sinergia con il management”.

    Gli stessi coordinatori di esercizio e movimento confermano che “la limitazione dello straordinario non sia un atto vessatorio ma una condizione necessaria per incrementare il contratto a 36 ore settimanali. E’ stato limitato lo straordinario in linea generale, senza sopprimere turni, con il recupero di efficienze”.

    “Siamo sicuri – aggiugono Margiotta e Correggia – che, nell’evenutalità si trovassero le risorse per passare a 39 ore, non tutti accetterebbero perché parecchi hanno assunto altri impegni lavorativi e/o familiari, quindi, scaricare le responsabilità sul management appare eccessivo. A muso duro rispondiamo che noi non stiamo giocando sulla pelle dei lavoratori e dell’utenza ma tuteliamo entrambi. Infatti, continuiamo a garantire una remunerazione di un contratto integrativo di secondo livello e la conservazione del posto di lavoro ai numerosi lavoratori inodenei che vengono utilizzati in altre mansioni diverse da quelle di operatore di esercizio. Noi non facciamo calcoli di natura personale ma pensiamo nell’interesse dell’azienda e di chi ci lavora. L’Amc Spa desidera garantire un servizio pubblico efficiente, equilibrio dei conti e la trasformazione del personale a 39 ore. Ricordiamo a remunerazione di un contratto integrativo di secondo livello e la conservazione del posto di lavoro ai numerosi lavoratori inodenei che vengono utilizzati in altre mansioni diverse da quelle di operatore di esercizio. Ora siamo riusciti a risollevare i conti e, considerando la crisi di mercato che ci circonda, avere una realtà pubblica in buona salute è un miracolo. I sindacati dovrebbero salvaguardare l’azienda e i lavoratori. E se l’azienda fallisse per soddisfare questi capricci, tutti i dipendenti che fine farebbero?”

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