Truffa degli specchietti, i nomi degli arrestati foto

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Polizia giudiziaria con il coordinamento della Procura, e come recepito dal gip Teresa Guerrieri nella sua ordinanza, gli indagati avevano ruoli ben definiti.

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    di Antonio Capria

    Sono Simone Berlingeri di 27 anni, Massimo Berlingeri di 42 anni, Domenico Amato di 31 anni e Renato Berlingeri di 44 anni (difeso dall’avvocato Sergio Lucisano, nella foto in basso) le quattro persone – tutte di etnia rom e legate da rapporti di parentela – arrestate dai poliziotti del Commissariato di Catanzaro Lido, guidati dal commissario Antonio Trotta, nell’ambito dell’indagine sulla cosiddetta truffa degli specchietti, coordinata dal sostituto procuratore Domenico Assumma.

    I quattro, insieme ad un quinto indagato, A.A., non sottoposto a misura cautelare, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di truffe ed estorsioni, caratterizzate da un modus operandi collaudato, rappresentato dalla induzione o dalla costrizione della vittima a elargire denaro contante mediante la pretesa infondata di un risarcimento del danno, cagionato da un sinistro stradale in realtà inesistente, oppure da essi dolosamente provocato.

    Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Polizia giudiziaria con il coordinamento della Procura, e come recepito dal gip Teresa Guerrieri nella sua ordinanza, gli indagati avevano ruoli ben definiti.
    Simone Berlingeri, in qualità di promotore e organizzatore, coordinava e dirigeva le attività criminali dell’associazione, particolarmente attivo e determinato nella consumazione dei reati-fine, assumendo le iniziative preponderanti nelle violenze e minacce ai danni delle vittime, prevalentemente insieme agli altri sodali, e occasionalmente anche con azioni poste in essere singolarmente.
    Massimo Berlingeri, anch’egli promotore e organizzatore, dirigeva le attività criminali dell’associazione e in alcuni casi guidava l’Alfa Romeo 156 utilizzata per il compimento dei reati fine, oltre a partecipare attivamente alle violenze e alle minacce ai danni delle vittime.
    Domenico Amato e Renato Berlingeri, anche loro  promotori e organizzatori, partecipavano alle violenze e minacce ai danni delle vittime ponendo in essere estorsioni e truffe.

    Il quinto indagato, A.A., secondo l’accusa comunicava agli altri sodali le informazioni necessarie ad identificare e rintracciare i soggetti nei confronti dei quali porre in essere le condotte delittuose, e di cui egli stesso verificava la vulnerabilità dopo averli avvicinati. Nel suo caso il gip ha però rigettato la richiesta di misura cautelare, per mancanza della gravità degli indizi a suo carico.

    Tra i reati contestati agli appartenenti al sodalizio ci sono quelli di furto aggravato, truffa, estorsione, violenza privata, rapina, sostituzione di persona. Numerosi gli episodi delittuosi contestati, avvenuti tra il 2016 e il 2018, alcuni caratterizzati da condotte particolarmente allarmanti anche perché rivolte contro persone anziane.

    Renato Berlingeri, Simone Berlingeri e Massimo Berlingeri sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre Domenico Amato ha ricevuto la notifica dell’ordinanza nel carcere di Siano, dove si trova recluso per altra causa.

     

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