Fischi, dubbi e silenzi: le aquile affondano ed Auteri rischia

Giallorossi messi sotto anche in casa: la crisi è aperta ufficialmente. Il club valuta alternative al tecnico

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    di Gianfranco Giovene

    Fischi e delusione. Silenzio e dubbi. Non è per nulla esaltante la strada che ieri il Catanzaro ha scelto di imboccare inanellando l’ennesima sconfitta di questo avvio di campionato – la quarta dopo Viterbo, Caserta e Reggio Calabria, la prima dell’anno in casa – con una prestazione insufficiente al cospetto della capolista Potenza. Non lo è e di fatto certifica una crisi latente ormai da settimane in casa giallorossa con spaccature evidenti, qualche malumore celato a fatica, tradottosi poi in campo in un’altalena poco allegra ed edificante di risultati. Il momento è nero, il calendario di certo non aiuta, ma bisognerà trovare alla svelta una soluzione. Anche perché le prime due piazze del podio indicate dalla società come obiettivo stagionale – «vogliamo migliorare il terzo posto dell’anno scorso», Noto dixit in tempi non sospetti – sono già distanti sette e sei punti e con molte delle big del girone ancora non si è giocato.   

    FISCHI E DELUSIONE – Di bocciatura vera e sonora si deve parlare in riferimento alla gara di ieri. I fischi piovuti dalle gradinate all’indirizzo della squadra per lo zero a due incassato sul campo dai lucani sono stati largamente meritati vista la prestazione affatto buona e il passo indietro nel gioco rispetto ai cinquanta minuti precedenti al patatrac dello scorso weekend al “Granillo”.

    A salvarsi sono stati solo Di Gennaro – miracoloso in almeno due occasioni, incolpevole sui gol – Celiento – vera e forse unica anima ieri del collettivo – e Di Livio – entrato bene, con la giusta verve. Il resto poco e male. A partire da Nicastro – il cui errore nel primo tempo, su una delle poche occasioni concesse dalla granitica difesa ospite, può considerarsi l’emblema di quell’«autocastrazione» e di quell’incapacità di sfruttare il momento citata da Auteri alla vigilia – passando per i non al meglio Statella e Favalli, fino a Riggio – troppo spesso in difficoltà.

    Fischi meritati, insomma, ed è ovvio che la delusione abbia fatto presto a contagiare l’intero ambiente. Cori di aperta contestazione hanno fatto da chiosa ieri al match con soprattutto la curva esigente nel chiedere impegno alla squadra e ancor di più chiarezza sui programmi alla società. Una situazione che certo la proprietà non si sarebbe sognata all’alba della stagione indicata come quella giusta per il salto di categoria. Ma con la quale ora bisognerà gioco forza confrontarsi.    

    SILENZIO E DUBBI – La risposta per ora è il silenzio: nessuno dei tesserati giallorossi – non i calciatori, non il mister, nemmeno il diesse ancora inibito o il presidente – sono ieri sfilati davanti ai microfoni della sala stampa e questo, anziché dissipare, ha probabilmente aumentato i dubbi su un probabile fine corsa. “Al fine di garantire al gruppo la massima serenità e concentrazione in vista del prossimo impegno di campionato – ha puntualizzato questa mattina il club – proseguirà il silenzio stampa per i suoi tesserati, mentre gli allenamenti si svolgeranno a porte chiuse”. Auteri – ormai è chiaro – è stato messo sotto esame: le alternative al momento sembrano essere Grassadonia in pole, Padalino, Brambilla (allenatore della Primavera dell’Atalanta) e la suggestione Stellone; a loro si aggiungono anche i rumors Castori e Lucarelli – accostato però anche al Catania. Le ultime ore decideranno il destino, ma per ripartire occorrerebbe una riflessione anche più profonda.  

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