Le perplessità di Cambiavento su Psc illustrate al Caffè imperiale

Secondo appuntamento con l tour organizzato dal movimento di Nicola Fiorita


di Lello Nisticò

Gianmichele Bosco e Nicola Fiorita, nella versione di “Spietati”, come da amichevole definizione dei consiglieri di maggioranza, hanno deciso di tenere al bar Imperiale su Corso Mazzini la seconda puntata del tour cittadino a tema Psc. Non tanto per cavalcare l’onda negativa dell’attualità che vede lo storico bar in pericolo di vita, quanto per fare una cosa “carina”. Good drink for long life.

La prima puntata era stata tenuta a Catanzaro Alta, quartiere Sant’Elia. Il programma prevede tappe in tutti i quartieri della città policentrica a svolgere l’azione, dice Fiorita, che avrebbe dovuto attuare l’Amministrazione, di coinvolgimento e informazione della cittadinanza, come promesso a luglio in occasione della presentazione del Piano strutturale comunale nel convegno alla Provincia. Con l’aiuto di Pasquale Squillace, forte di slide e di background tecnico, i due consiglieri di Cambiavento hanno fatto il punto su quanto previsto nel Piano elaborato dallo studio Dinale di Padova, team rinomato e attrezzato, ma accusato, per alcune evidenti dismnesie e disattenzioni, di scarsa conoscenza dell’oggetto di studio. Come si potrebbe dedurre dalla nota spesa finora fatta pervenire dai redattori del Piano alla ragioneria del Comune, conforme al bando che prevede il solo rimborso spese, nei limiti stabiliti di 250 mila euro. Finora Dinale associati ha pernottato solo due notti negli alberghi cittadini. Un po’ poco per conoscere la città, i suoi abitanti, le sue consuetudini. Figuriamoci l’idea complessiva di sviluppo, che è quello cui tende un Psc. Che è cosa diversa dal Piano regolatore comunale, che disciplina l’uso dei suoli attraverso la zonizzazione. Quello vigente di Catanzaro, risalente al 1942 e più volte novellato e rinominato, è palesemente sovradimensionato rispetto alle necessità attuali, formulato su una ipotesi di città in espansione di 150 mila abitanti, con relativi volumi abitativi.

Qui la cosa diventa interessante, per la diversa interpretazione che si può dare, o che si tenta di dare, alla prescrizione di consumo di suolo zero contenuta nelle linee guida approvate dal Consiglio comunale. L’idea che sta alla base del Psc elaborato da Dinale sposta l’enfasi sul consumo di suolo a saldo zero, da ottenere attraverso il semplice spostamento dei diritti edificatori già acquisiti. Il che equivale essenzialmente a spostare l’interesse primario di riqualificazione del centro storico e delle periferie già esistenti, come da premesse condivisibili allo stesso Psc, verso nuovi insediamenti su Giovino, dove la famosa tripartizione presuppone vocazioni commerciali nell’area afferente al Parco merceologico delle Fontane, e su Germaneto, densificando l’area attraverso manufatti di tipo industriale e commerciale. Il risultato, secondo l’analisi svolta da Fiorita, porta di fatto allo svuotamento di ogni idea di rinascita del centro storico, avviato a irreversibile desertificazione e depauperamento, come da dimezzamento dei valori immobiliari, così come alla rinuncia alla riqualificazione delle periferie, quelle a sud del centro ma anche a ovest e a nord.

Su queste basi si è sviluppato il dibattito che ha coinvolto il pubblico stipato nella piccola sala da tè dell’Imperiale. Una cinquantina di residenti, pochi ma altamente interessati, oltre che diversamente qualificati. In queste occasioni, si sa, il pericolo è perdere il bandolo della matassa. Sviare per vie laterali, perdendo di vista l’oggetto della discussione. Ma è un pericolo salutare, da cui si esce fortificati, nella convinzione che laddove si discute c’è vita e si coltiva speranza. Per cui nella discussione sono entrati, a vario titolo e con diversa pertinenza, l’Accademia di belle arti, l’Università, i parcheggi, i trasporti, Agenda urbana, la metropolitana con annesso pendolo, il porto.

Il filo conduttore, su cui si è esercitato Nicola Fiorita, è passato da un lato nell’evidenziare le contraddizioni e lo scoordinamento del Psc con le stesse premesse che lo sorreggono, e poi con tutti gli altri strumenti su cui fa leva l’azione dell’Amministrazione. Come per l’eventuale costruzione della nuova caserma delle Fiamme Gialle a Giulivetto, fuori dal raggio d’azione della metro. Oppure l’assoluta mancanza di comunicazione con l’Università anche riguardo a situazioni contingenti e minimali, quale l’accennata pretesa di istituire una facoltà al Galluppi senza consultare il rettore, neanche via telefono.

Oltre ciò, il filo conduttore individuato da Fiorita ha virato al positivo, nei tre momenti della strategia, della visione, del tempo per realizzarle. Strategia è dare a Giovino la vocazione turistica che gli compete, a Germaneto quella direzionale, e al centro storico quella culturale. Dandosi un tempo adeguato e un obiettivo coerente che non può cambiare al mutare delle amministrazioni. Con quale disegno urbanistico non era compito dell’iniziativa all’Imperiale, semplice tappa del percorso di informazione di Cambiavento che continuerà negli altri quartieri.