Riccio: ‘Centro Calabrese di Solidarietà sia trattato come gli altri’

Il consigliere comunale: 'Non ci devono essere figli e figliastri'

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    Il consigliere comunale Eugenio Riccio interviene sulla crisi del Centro Calabrese di Solidarietà “Chi pensa che la mancanza di una classe dirigente del luogo, – scrive – in fondo sia una carenza che si può colmare nominando valenti uomini dello Stato che però sono altro rispetto all’essere  uomini di amministrazione, è chiaro che non ha a cuore le sorti del territorio inteso non come entità geografica ma come eccellenze. Accade dunque che esistono figli e figliastri. E i figliastri sono sempre, guarda caso, quelli che lavorano nel sociale che al territorio danno oltre al lavoro, tempo e dedizione , ricevendo in cambio cosa? Il nulla. Sia chiaro a tutti che l’Asp ha risorse sufficienti per saldare i debiti con i fornitori, e tra questi esiste il Centro Calabrese di Solidarietà che non è solo eccellenza nel campo socio sanitario, ma è anche una “fabbrica” di speranze. Al centro calabrese entrano problemi ed escono nuove opportunità per l’intera società . Qualcosa che per qualcuno sembra non avere valore . Chi ha proseguito la mirabile opera di Don Mimmo Battaglia merita rispetto , attenzione e sopratutto deve essere trattato al pari degli altri , perché fa anche meglio di tanti altri. Si sbrighi dunque l’Asp, si sbrighino i signori delle stanze dei bottoni, perché la vita non aspetta e il centro calabrese di solidarietà ha bisogno di linfa per dare vita”.

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