Guerriero: ‘Non possiamo fare a meno del Ccs’

Il consigliere comunale : 'Una eccellenza del settore'

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    “Il Centro calabrese di solidarietà è una eccellenza nel panorama delle strutture che si occupano del recupero di soggetti affetti da dipendenze patologiche in Calabria. Una definizione didascalica per parlare di un’Associazione che opera da oltre trent’anni, ed unica in tale settore nella città di Catanzaro, mettendo davanti ai conti ragionieristici sempre e comunque il cuore. Il cuore che uomini e donne caduti nel percorso della vita per una comune fragilità mettono in mano ai valenti e appassionati operatori capeggiati da Isolina Mantelli, per rimetterlo in moto più forte. Dire che non possiamo fare a meno del Centro calabrese di solidarietà, per quello che rappresenta in un tessuto sociale debole e bisognoso di riferimenti umani come il nostro, sembra quasi scontato e forse banale in un momento difficile come quello che stanno attraversando”. È quanto afferma il consigliere comunale Roberto Guerriero.

    “Ma non possiamo non esprimere la nostra vicinanza al centro, agli operatori e ai volontari, a chi lo vive quotidianamente per lavoro e per necessità. E chiedere scusa – dice ancora Guerriero – per il ritardo in cui la politica e le istituzioni si rendono conto come la burocrazia e i suoi incartamenti rischiano di compromettere il lavoro di anni, quanto è stato costruito per dare una speranza e una opportunità a chi ha cercato una seconda chance. Lo sblocco dei pagamenti dovuti – secondo quanto denunciato dal Centro calabrese ammontano a più della metà dei 560mila euro dovuti per tutto il 2019 – non è una concessione, ma un dovere civico. E se l’Azienda sanitaria provinciale, e la Regione, intendono persistere in questa indifferenza che diventa respingente ogni minuto che passa, dobbiamo essere pronti alla mobilitazione e non solo a parole. E per prima cosa mi farò promotore di un incontro Regione/Asp coinvolgendo tutte le forze politiche senza distinzione presenti in consiglio comunale. Una parola di sostegno e vicinanza non basta – conclude Guerriero – ma forse aiuta a far sentire meno sole queste persone straordinarie che continuano a credere che la costruzione di un mondo migliore passa nella solidarietà e nell’accoglienza”.

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