La comunità degli assistenti sociali a confronto con la Regione

Grande partecipazione per il "Festival del sociale" all'auditorium Casalinuovo

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    La comunità calabrese degli assistenti sociali forte degli oltre 2.400 iscritti e del lavoro svolto ogni giorno nei vari enti di appartenenza (prefetture, comuni, province, ASP, regione, cooperative, associazioni ed enti formativi), vuole dire la sua sul futuro delle politiche sociali in Calabria, innanzitutto nei confronti della Regione alla quale spetta l’onere della programmazione strategica.

    E’ questo il messaggio del primo “Festival del servizio sociale” promosso dall’Ordine degli assistenti sociali della Calabria e svoltosi ieri presso l’auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro, con la collaborazione ed il sostegno dell’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro. 

    In una sala gremita di operatori giunti da ogni parte della Calabria, per tutta la giornata si è dibattuto dello stato dell’arte di questo settore che rappresenta l’ultima trincea contro il disagio sociale crescente, con intermezzi musicali e teatrali sempre ispirati a tematiche sociali e la rappresentazione di 22 progetti realizzati in tutta la Calabria, oltre al confronto con le situazioni vigenti in Sicilia, Campania e Puglia.

    I lavori sono stati organizzati in quattro tavole rotonde tematiche introdotte della Presidente dell’Ordine della Calabria, Angela Malvaso, e dalla Presidente dell’Ordine Nazionale, Silvana Mordeglia. A dibattere sulla prima tematica, incentrata sul ruolo della formazione, sono stati Ercole Giap Parini (Unical), Cleto Corposanto (Università Magna Graecia), Domenico Siclari (Universita Dante Alighieri), Vincenzo Bonomo (Assnas) e Alessandro Sicora (Aidoss). Le difficoltà del mondo universitario anch’esso sottoposto a tagli finanziari, ma anche l’estrema vivacità dei percorsi dedicati al sociale che continuano a garantire un trend positivo sia in termini di iscrizioni (Servizio sociale a Cosenza e Sociologia a Catanzaro), sia sotto il profilo delle prospettive occupazionali, sono stati i punti di maggior rilievo emersi durante la discussione.

    Marina Pecoraro, dell’Ufficio del Garante per l’infanzia, Luciano Trovato (Presidente tribunale per i minorenni di Catanzaro), Tommasina Lucchetti (Ufficio della consigliera di parità), Elena Morano Cinque (Commissione Pari opportunità della Provincia di Catanzaro), Stefania Mandaliti (Associazione nazionale dei pedagogisti) ed il Presidente dell’ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, hanno invece animato la discussione sui minori ed i loro diritti, ponendo l’attenzione sulla necessità di una forte preparazione nell’approccio a questa particolare utenza e di fare rete tra i diversi enti. Anche in questo caso, naturalmente, è stata evidenziata l’importanza di avere maggiore disponibilità di risorse. Mentre il presidente Soluri ha sottolineato, sul piano deontologico, la necessità di osservare in pieno i precetti della Carta di Treviso sul trattamento delle notizie sui minori, richiamando comunque l’importanza della sensibilità dei professionisti a prescindere dalle norme.

    Di trasformazioni sociali e istituzionali hanno invece parlato Fausto Sposato (IPASVI), Carmelo Laganà (Consulta regionale delle professioni sanitarie) e Antonio Minniti (Anci Calabria), ponendo in evidenza la necessità del riconoscimento normativo delle professioni e l’importanza del coordinamento territoriale in interventi come l’assistenza domiciliare integrata. Per quanto riguarda il ruolo soprattutto dei piccoli Comuni, invece, Minniti ha evidenziato le difficoltà gestionali della materia sociale a causa dei problemi finanziari determinati dalle ridotte disponibilità e dal patto di stabilità, che non consente di integrare il personale.

    Nell’ultima tavolo rotonda con all’ordine del giorno i sistemi di welfare ed il servizio sociale professionale, assente l’assessore regionale al welfare Federica Roccisano, Amalia Talarico (SUNAS), Vita Gaetani (AssNas), Maria Piera Timpano (USB) e Leonardo Ruffo (commissione Politiche del lavoro dell’Ordine della Calabria) hanno posto l’accento sul disagio lavorativo vissuto spesso dagli assistenti sociali collocati in mansioni non attinenti a quelle previste dalla professione, oppure costretti ad accettare contratti fuori da ogni regola a causa delle procedure di esternalizzazione poste in essere dagli enti pubblici. Giuseppe De Robertis (presidente dell’Ordine della Puglia), Bianca Lobianco (Sicilia) e Gerarda Molinaro (Campania) hanno invece illustrato la situazione dei servizi sociali nelle loro regioni facendo emergere, in rapporto con la realtà calabrese, nella quale si contraddistinguono pure numerose buone prassi, il pieno assolvimento della riforma della Legge 328 del 2000 che ha sancito il passaggio delle competenze ai comuni.

    E sarà proprio quest’ultimo il primo dei punti che l’Ordine degli assistenti sociali della Calabria intende porre all’attenzione della Regione, in una piattaforma che comprende la richiesta di maggiori risorse per le politiche sociali e di una maggiore presenza degli assistenti sociali sul territorio. Il tutto per fermare il declino del welfare in Calabria e garantire alle persone maggiori risposte ai bisogni che rischiano di diventare insostenibili e minare la coesione sociale.

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