Catanzaro 2032, c’è già chi ci pensa e chi lavora ad un progetto fatto di sogni, idee e appartenenza

Cinque professionisti che la vita ha portato lontano dalla città, si sono messi insieme per lasciare il segno nel capoluogo dove sono nati

Carlo, Domenico, Fabrizio, Maurizio, Paolo. Chi sono? Cinque amici.

Roma, Milano, Torino, New York. Cosa sono? Le città in cui vivono e hanno vissuto questi cinque amici.

Catanzaro. Cosa rappresenta? Il luogo di nascita, il luogo del ritorno, il luogo del cuore.

2032 Perché? Perché “i sognatori” non hanno mai orizzonti brevi.


Ha suscitato curiosità il teaser, lanciato ieri sera sui social da un gruppo che si è dato un nome lab32project Catanzaro 2032  Una musica ricercata, le immagini di un centro storico che appare ed è bellissimo, nonostante le tante evidenze carenze.

E la curiosità è come i sogni, non la puoi fermare. E così, pur essendo riusciti a “scucire” poco da un ermetico Fabrizio Carpanzano qualcosa in più si riesce a sapere di un progetto che ha Catanzaro e la catanzaresità al centro. Carlo Diana, Domenico Vitale, Maurizio De Filippo, Paolo Maruca e Fabrizio Carpanzano sono cinque professionisti, ognuno nel proprio campo, che hanno sempre e da dovunque tenuto lo sguardo fisso sui tre colli.

Il legame,  cementificato dalla nostalgia, con  e per la città natale, diventa oggi un progetto di sviluppo e riqualificazione. Un’associazione. Ma anche qualcosa di più. Vere e proprie proposte presentate, valutate e realizzate con i catanzaresi e per i catanzaresi. Quelli che sono andati via senza mai dimenticare e quelli che sono rimasti con la tenacia di crederci sempre e ancora.

Nessuna politica, nessun lucro. Idee, cuore, volontà di lasciare il segno.

Per non essere considerati solo di passaggio, perchè Catanzaro non sia solo il luogo scritto sulla carta di identità, per non essere tacciati di aver dimenticato, per provarci.

Il 21 gennaio prossimo il progetto sarà presentato in via ufficiale, le autostrade informatiche aiuteranno a diminuire le distanze fisiche, con la convinzione che i confini siano solo nella testa di chi pone ostacoli tra ciò che si potrebbe fare e poi ciò realmente si fa.

Perché tutte le cose appaiono impossibili, finchè qualcuno poi le realizza davvero.