Cz servizi, il fuoco amico sta per mietere la prima vittima. Il sindaco potrebbe assumersi la responsabilità di rimuovere Feroleto

Pur in assenza di violazioni la ragion di Stato politica, che non consta di alcuna sostanza al momento, richiede un giro di poltrone per tenere insieme una maggioranza che non c'è più. Il sindaco la motiva con la scelta di dover dar seguito alla nota dell'Anac

Il fuoco amico sparato sulla Catanzaro Servizi, passato prima da una dubbia ricapitalizzazione e successivamente su un appalto di servizi per la somministrazione di lavoro temporaneo, intesa dagli uffici come selezione del personale, starebbe per mietere la sua vittima predestinata, l’amministratore Massimo Feroleto.

(DI SEGUITO LE ANTICIPAZIONI SU QUALE ERA IL VERO PROGETTO “POLITICO” CHE AVEVA PRESO DI MIRA LA CATANZARO SERVIZI)

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In punto di diritto e carte alle mani l’attuale dirigente della partecipata del Comune pare che non abbia in realtà commesso alcuna violazione amministrativa e la raccomandazione Anac, a cui  questa volta l’amministrazione si premura di dar seguito, non chiede esplicitamente la rimozione dell’amministratore ma sollecita il Comune a rispondere su dei quesiti.

Quesiti ai quali , dal punto di vista amministrativo, è facilissimo, codici e regolamenti alla mano, dare risposta. Tanto più che proprio sulla differenza tra somministrazione del lavoro interinale e selezione di personale il Comune ha già vinto un ricorso contro la ditta ricorrente.

Dunque, come accaduto per la nomina del presidente dei revisori contabili, le pallottole del fuoco amico pare siano state caricate con polvere da sparo di tipo “politico”.

Il cerino o il fucile che dir si voglia in maniera metaforica, resta in mano al sindaco che, privato di una vera maggioranza politica capace di dibattere in consiglio comunale, per evidenti mancanze di sostanza, prova a tenere insieme i pezzi attraverso giri di poltrone. Oltre che a fare una scelta che lo metta al riparo da eventuali provvedimenti che possano ledere lui in prima persona dal punto di vista amministrativo e penale.

Solo che nel vecchio gioco delle sedie c’era sempre qualcuno che rimaneva in piedi, ma anche qualcuno che avrebbe dovuto pagare un pegno.