Al Festival d’autunno le testimonianze dagli Sprar (VIDEO)

Ultimo appuntamento culturale della rassegna curata da Antonietta Santacroce


“Le nostre case le vogliamo accoglienti: chi arriva qui ricordiamo deve ricostruire l’anima visti i luoghi da cui provengono. In tutto gestiamo dieci Sprar sei per minori non accompagnati, quattro per adulti. Tutte strutture piccole costruite con questo spirito”. Nelle parole del presidente della Fondazione Città Solidale Padre Piero Puglisi il senso dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Non un centro di accoglienza in cui centinaia di persone cerchino di sopravvivere ma una realtà quasi familiare dove possano riprendere a vivere. E Vita da Sprar era il titolo dell’ultimo evento collaterale culturale del Festival d’Autunno curato da Antonietta Santacroce che si è tenuto questa sera nel Complesso Monumentale San Giovanni. Obiettivo dell’incontro descrivere in maniera il più possibile scrupolosa una realtà di cui tanti aspetti si ignorano. “Parlandone obiettivamente – sottolinea Antonietta Santacroce nella sua introduzione – gli Sprar hanno dato nuove prospettive a paesi come Badolato o Gasperina che sarebbero altrimenti abbandonati”. Un video realizzato da Davide Lamanna con le riprese di Giuseppe Cristiano con le immagini di alcuni degli Sprar di Città Solidale e precisamente quelli di Squillace, Gasperina e Girifalco dà una idea ancora più chiara di come siano organizzati, dei luoghi in cui sono situati, dell’importanza che rivestono per chi ospitano ma anche per le comunità in cui sono ospitate. Poi spazio alle testimonianze e alle osservazioni moderate da Mauro Vitaliano responsabile dello Sprar di Satriano.

L’educatore Francesco Lamanna educatore a L’Approdo di Girifalco racconta che “volutamente si è deciso di stabilrne la sede all’interno del centro abitato per permettere agli ospiti di relazionarsi con la comunità e viceversa”. I risultati? Soddisfacenti se è vero che le iniziative in cui i migranti sono coinvolti sono ormai la regola. Ma c’è di più. “Molte collaborazioni – dice ancora Lamanna – sono state avviate al di là del territorio di Girifalco”. Poi fa riferimento a tirocini formativi con aziende, al legame con il Catanzaro Calcio che ha permesso agli ospiti del centro di essere parte integrante del progetto il Catanzaro sale in cattedra, alla collaborazione con l’associazione Universo Minori” ad altri protocolli d’intesa.

L’operatore legale e il mediatore culturale Atti concreti quindi, possibili grazie all’apporto di varie figure. Tra queste quelle di operatore legale come Wahab Issaka che dopo avere sottolineato come “l’inclusione che si pone come obiettivo lo Sprar e molto di più della semplice integrazione” sottolinea come, troppo spesso, la burocrazia e le regole fin troppo ferree siano un ostacolo a volte insormontabile al superamento dello status di clandestino soprattutto per i minori non accompagnati. Altri ostacoli sono quelli della lingua e della differenza di cultura. Al mediatore culturale spetta il compito di di accorciare le distanze. Om Kaltoum Bakkali ha questo ruolo all’Approdo di Girifalco. Marocchina, alle spalle una storia di migrazione, adesso è lei spesso la prima persona che un nuovo ospite incontra appena arriva nello Sprar “A volte mi sento la sorella maggiore che insegna a camminare anche se questo è più valido per i minori non accompagnati. Rapporto diverso con i più grandi che hanno una maggiore consapevolezza delle loro scelte. Per tutti finisco per essere una spugna: assorbo le loro incertezze, le loro difficoltà le loro domande”.

L’ospite Un mediatore culturale insomma non è solo un interprete ma anche un interprete. Kaltoum lo fa capire chiaramente quando pochi minuti dopo traduce dall’arabo la testimonianza di Mohammed Hasan iracheno di Nassiyria sede di un tragico attentato all’esercito italiano. Mohamed con i nostri militari ha anche collaborato e proprio per questo fu destinatario di minacce di morte che lo costrinsero alla fuga nel 2015. Il suo approdo in Italia dopo un viaggio lunghissimo e tragico per molti suoi compagni di viaggio morti in un naufragio in Turchia. Ora è qui ed è il volto emblematico di chi vuole continuare a vivere. Festival d’Autunno prosegue con gli appuntamenti musicali il 27 ottobre con il concerto di Sergio Cammariere al Politeama.

Santacroce «Con questo appuntamento si concludono gli eventi culturali, quest’anno dedicati ai temi dell’accoglienza e dell’integrazione. E’ stato un viaggio molto interessante – ha detto il direttore artistico Tonia Santacroce – che ci ha fatto conoscere un mondo complesso dalla viva voce dei protagonisti. Abbiamo avuto modo, lasciando la politica fuori dal dibattito, di farci una nostra idea sul fenomeno dell’immigrazione. Medici, uomini di legge, insegnanti, mediatori culturali, operatori dell’integrazione, pedagogisti hanno portato la loro esperienza e, senza dubbio, ci siamo tutti arricchiti da un punto di vista umano, conoscendo senza filtri e pregiudizi una realtà molto diversa da quella che ci viene spesso raccontata».

Roberto Tolomeo