Detti catanzaresi diventano arredo del forno più antico di Catanzaro

Singolare iniziativa dei proprietari del forno che da 120 anni quotidianamente sforna pane nel quartiere Gagliano

A chi non è mai capitato di restare colpito da un detto, un proverbio, un motto di spirito tipico del nostro dialetto? Chi non ha mai riflettuto sul fatto che ognuna di queste espressioni sia la sintesi e custode di mondi spesso dimenticati e affascinanti da riscoprire?

Ebbene per non dimenticare le nostre origini dialettali è frullata in testa, ai fratelli Candida, Giusy e Antonio Lobello, proprietari del forno più antico di Catanzaro che da 120 anni quotidianamente sforna pane nel quartiere Gagliano, in collaborazione con Jeso Marinaro in arte Mythos, Monica Fortunato, Daniela Paonessa, Anna Veraldi, Rosario Mercurio, di creare l’angolo dei detti “Na vota si dicia accussì”.

I clienti che vorranno potranno recarsi presso il suddetto forno e con le proprie mani scrivere uno dei detti che è rimasto nella loro mente di catanzaresi e firmare una piastrella che verrà collocata a comporre come un museo di frasi della memoria dialettale della nostra città.

“La nostra idea scaturisce dalla convinzione che – riferisce Candida Lobello una dei titolari del forno- la nostra lingua catanzarese non deve morire, Il dialetto comprende una varietà infinita di elementi e sfumature meravigliose che non si trovano nella lingua italiana, più chiara ma non così ricca.
Nel nostro quartiere di Gagliano una frase può essere impostata in un modo diverso di come viene detta ad esempio nel quartiere S.Maria.

Allora chiediamo: perché non insegnare nelle nostre scuole il dialetto catanzarese? – continua la Signora Lobello – I giovani genitori dei bambini d’oggi disprezzano il dialetto per loro è molto più chic parlare in italiano!.

Questa nostra idea, condivisa con diversi amici, vuole essere quasi una forma di rispetto per la lingua catanzarese facendo diventare il nostro antico forno quasi un museo che ognuno potrà personalizzare.

Aspettiamo gli abitanti del nostro quartiere e di tutta Catanzaro per lasciare ‘u loru ditteriu’ “