Anche il Fai Calabria piange Giulia Maria Crespi

Una fondatrice del Fondo Ambiente Italiano morta ieri a Milano all'età di 97 anni. Il ricordo del presidente calabrese Paravati

Anche il Fai (Fondo Ambiente Italiano) della Calabria piange Giulia Maria Crespi una delle sue fondatrici morta ieri a Milano all’età di 97 anni. L’ultima volta che l’ho vista – scrive in un ricordo Anna Lia Paravati presidente regionale del Fai – è stata durante il consueto incontro dei Presidenti Regionali del Fai, provata nel fisico e nell’animo per la recente morte del figlio, non volle però mancare all’incontro, ci teneva sempre molto. Era il suo modo per celebrare il lavoro dei volontari, insieme al tradizionale invito natalizio nello splendido palazzo di Corso Venezia, per dare atto di quanto fosse importante per lei questo ruolo nel FAI.

Da parte nostra, attendevamo, consci del privilegio che avevamo, le sue comunicazioni che avevano sempre più il sapore di un testamento spirituale, di accorati appelli che spesso anticipavano, con lucida capacità visionaria, temi che sarebbero diventati di grande attualità. Aveva stretto un legame profondissimo con la natura e nel parlare dei temi a lei cari, era diventata essenziale, quasi rude, come se non volesse perdere tempo, e aveva contribuito profondamente a segnare l’approccio della Fondazione ai temi dell’ambiente, preoccupata per il suo delicatissimo equilibrio e del rapporto con l’uomo.

Era stata contenta quando il FAI aveva firmato la convenzione per la valorizzazione dei Giganti di Fallistro, in Sila, convinta che in Calabria fosse indispensabile diffondere un maggiore rispetto per l’ambiente. La ricordo ancora quando, nel giardino di Villa Necchi Campigli, nel presentare il progetto del FAI per la ristrutturazione del Casino Mollo, ebbe parole bellissime e commoventi per la nostra terra. Mancherà a tutti noi Giulia Maria Crespi: è questa la consapevolezza che ha immediatamente unito idealmente i volontari del FAI di tutta Italia nell’apprendere la notizia della sua morte. Era un passo avanti e i suoi insegnamenti costituiscono una strada già segnata per il FAI del futuro, il FAI senza di lei, che saprà proseguire nel solco da lei indicato.

Mancheranno anche a noi, volontari calabresi, i suoi discorsi, le sue lettere, i suoi appelli, capaci di infondere forza e passione, ma sapremo coltivarne la memoria e ci lasceremo guidare ancora dalla lucidità del suo pensiero. Ci ha lasciato un ultimo bellissimo messaggio: l’Inno alla Gioia, per il suo funerale” (Foto Corriere della Sera)