Catanzaro nelle celebrazioni della giornata Europea della cultura Ebraica. Un pò di storia della giudecca nel capoluogo

In città presto anche la mostra La Bibbia di Chagall"

Ci sarà anche Catanzaro nelle celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica.

L’amministrazione infatti, per il tramite dell’assessorato alla cultura guidato da Ivan Cardamone, ha concesso il patrocinio gratuito a seguito della richiesta avanzata dalla Comunità Ebraica di Napoli per la Calabria.

LA DATA DEL 6 SETTEMBRE

Il prossimo 6 settembre è infatti fissato un  evento nazionale di grande rilevanza mediatica che vede coinvolta la cultura ebraica nelle grandi Città Italiane e che, come ogni anno, intende rievocare la storia, le tradizioni e le visioni della realtà ebraica, aprendo uno spaccato dedicato per la stagione ai “percorsi”, materiali e immateriali, e ai territori.

In  considerazione dell’emergenza sanitaria in corso, invece di una manifestazione in presenza per evitare assembramenti, è prevista la realizzazione di un apposito video di presentazione della Città di Catanzaro con accenni alla storia della presenza ebraica a Catanzaro e in Calabria e sulla cultura della seta. Il patrocinio gratuito si inserisce nella programmazione  dell’Amministrazione Comunale che intende perseguire una politica di promozione del suo territorio, sostenendo iniziative capaci di incidere sul tessuto culturale, attirare sempre più turisti e, nel contempo, rafforzare il rapporto tra cittadini e territorio realizzando momenti di partecipazione, approfondimento culturale e informazione.

LA MOSTRA “LA BIBBIA di CHAGALL”

La conoscenza della storia della cultura ebraica e della presenza degli Ebrei in Calabria sarà anche uno degli obiettivi della importante Mostra “La Bibbia di Chagall”, in programmazione tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021, per la cui realizzazione il Comune di Catanzaro ha ottenuto un finanziamento da parte della Regione Calabria.

IL CONTRIBUTO DI ORESTE SERGI PIRRO’ PER CAPIRE L’IMPORTANZA DELLA PRESENZA DELLA COMUNITA’ EBRAICA A CATANZARO

Ma per capire l’importanza che ebbe l’insediamento ebraico nella città capoluogo di Regione è utile leggere l’intervento dello storico Oreste Sergi Pirrò riportato da  http://calabriajudaica.blogspot.com/2017/05/catanzaro-la-seta-gli-ebrei.html

DOVE ERA LA GIUDECCA

“L’impianto urbanistico del quartiere ebraico della Giudecca di Catanzaro, posto al di sotto del colle del “Vescovado”, tratto dalla pianta topografica del Gattoleo (1806- 1808). Al centro, contraddistinta dal numero “22”, la medievale sinagoga, trasformata, dopo il 1512, in parrocchia cristiana, sede dell’antica comunità di “mercadanti” amalfitani, sotto il titolo di S. Stefano Protomartire “de Amalphitanis”.

CATANZARO E LA RINASCITA COMMERCIALE DELL’XI SECOLO

Dall’undicesimo al dodicesimo secolo l’Europa fu interessata da una fiorente rinascita commerciale che abbracciò anche il meridione d’Italia e, in modo particolare, Catanzaro. La città, in questo periodo, vide stabilire all’interno delle sue mura diverse comunità di mercanti che, attraverso le loro attività commerciali, contribuirono alla crescita demografica, sociale e urbanistica. La fervida attività nella produzione di seta greggia e l’attività tessile ad essa legata permise al piccolo centro manifatturiero di relazionarsi commercialmente con il resto della regione ma, soprattutto, di partecipare attivamente al commercio di tessuti serici e all’importazione di mercanzie, soprattutto, vetri e ceramiche.

GLI EBREI E LA PRODUZIONE DELLA SETA

Fautori di questa forte attività commerciale furono dapprima gli Ebrei i quali, arrivati in «buon numero» a Catanzaro nel l073, vollero «havere nella Città luogo à parte» tanto che gli stessi catanzaresi «gli assegnarono un Quartiero nel mezzo d’essa, confìne à quella strada c’hoggi dicesi Capuana, e su dal loro nome detto Giudeca» (Vincenzo D’Amato 1670). La scelta del luogo dove fondare il proprio quartiere, che divenne allo stesso tempo centro commerciale e religioso per la presenza della sinagoga, fu fondamentale per la comunità ebraica la quale andò a situarsi nel centro della città accanto all’ antico quartiere “greco”. Qui, per tradizione, ebbero origine l’attività dell’ allevamento del baco da seta e i primi approcci alla produzione tessile grazie soprattutto alla «pratica d’alcuni Orientali nella Città commoranti» dai quali «imparando molti la testura di quella (la seta), ne fecero drappi di varie sorti: onde in modo vi si stabilì l’Arte… ». Ciò permise agli ebrei di progredire nell’arte della tintoria e della commercializzazione dei tessuti a tal punto da far registrare tale dato storicamente allo stesso D’Amato che sottolinea come questi «industriosi per loro natura, e dediti alle mercantie, e ad ogni genere di negoti, volentieri venivano ammessi nelle città più famose: onde designarono i Catanzaresi chiamarne qualche parte, accio che aprendo Fondachi di mercanti, gli togliessero l’incommodo di mendicar da lontano i panni, e altre cose al vestir necessarie; e per più facilmente condurceli, gli offrirono una perpetua franchigia… Giunti aprirono botteghe di ricchissime mercantie, e, mescolando con i loro negoti i drappi medesimi di seta, che ivi si lavoravano, cagionarono un grande utile a Cittadini, e aprendo la strada al concorso di tutta la Provincia per via dé loro negoti, partorivano alla Città molti commodi, oltre il danaro, che in abbondanza vi entrava».

PALAZZO FAZZARI AL POSTO DELLA SINAGOGA

La Giudecca di Catanzaro, ad oggi, mantiene inalterato il suo impianto urbanistico, ad eccezione del luogo della sinagoga che fu alterato, tra il 1870-1874, per fare spazio alla mole dell’eclettico palazzo Fazzari. L’imponente costruzione ottocentesca ricade, infatti, all’interno dell’antico quartiere ebraico della Giudecca, corrispondente all’attuale rione racchiuso tra il Banco di Napoli e Piazza Cavour, sul luogo dove esisteva la sinagoga. E’ proprio tra le due più grandi vie della giudecca, ortogonali all’allora corso Vittorio Emanuele ed alla via Principe Umberto, che sorse il palazzo neorinascimentale voluto dal generale garibaldino Achille Fazzari e che fu costruito tra il 1870 e il 1874 su progetto dall’architetto fiorentino Federico Andreotti. In seguito alla vendita della casa Palazziata Corrado e di un gruppo di case nella contrada Santo Stefano, al Fazzari veniva concesso di costruire il sontuoso edificio con impegno, da parte dell’acquirente, della demolizione di parte del fabbricato acquistato per favorire l’allargamento del corso principale, che per effetto del piano particolareggiato della zona, redatto dall’architetto Parise e approvato dal consiglio comunale nel 1868, prevedeva l’allargamento della sede stradale ad 11 metri.

QUANDO LE MOGLI DEI RABBINI SICILIANI IMPARAVANO DAI CATANZARESI

A testimonianza anche dell’abilità e della professionalità dei tessitori catanzaresi e, soprattutto, di artigiani ebrei nel produrre tessuti serici e velluti, vi è l’ulteriore dato pubblicato dal Tramontana il quale riferisce che la moglie del rabbino palermitano il 26 aprile 1432 si impegnava ad apprendere da un ebreo di Catanzaro «artem texendi bellutum plenum cum pilo et imbrucatum de auro et imbelluctatum» (Salvatore Tramontana, Vestirsi e travestirsi in Sicilia, Sellerio, Palermo1993, p. 70 e nota 277).